(segue) Roma antica sul mare
(5 ottobre 1926)
[Inizio scritto]
È nella primavera del 260
che la prima flotta militare romana si spinse, costeggiando, verso lo
stretto di Messina, dopo che il primo scontro navale era stato
particolarmente umiliante per i Romani. Nelle acque di Lipari un
ammiraglio cartaginese aveva catturato con sole 20 navi 17 navi
romane. Che i Romani fossero inferiori ai Cartaginesi come strategia
e tattica marinara nessun dubbio; che le loro navi non fossero
costruite con tutti i perfezionamenti tecnici è anche vero, ma
nella battaglia di Milazzo i Romani introdussero la novità del
corvo o rampone col quale agganciavano le navi nemiche, vi saltavano
sopra e finivano per combattere come sulla terra ferma. È
evidente che mentre i legionari romani si trovarono a combattere
nelle condizioni così tradizionali la scienza dei cartaginesi
fu sorpresa e travolta dalla novità dei rostri e la battaglia
si concluse con un clamorosa disfatta cartaginese.
Nel primo volume della sua «Storia
generale della Marina militare», Jack La Bolina esalta la
novità del rostro che mutò la scherma navale. Con
parole che hanno sempre un acuto sapore di attualità Jack dice
che «ogni radicale e razionale mutamento di tattica, quando
giunge inavvertito ed inatteso, trae per conseguenza la vittoria nel
campo del riformatore». Nella storia marittima è
continuata la vicenda fra l'arma messa lungo il fianco e quella
riposta nell'estremità anteriore. Dopo aver chiamato
«battaglia modello» quella di Milazzo, il La Bolina
aggiunge che dai trionfi dei romani si riconosce anche una volta che
l'ordinamento marittimo era adulto appo loro, il che, mi permetto di
osservare, contrasta con quanto da altri si afferma e sovrattutto coi
disastri da cui furono percosse le flotte romane, disastri dovuti, in
massima parte, all'imperizia degli ammiragli, come lo stesso Jack La
Bolina riconosce due pagine dopo quando dice: «il fatto dei
naufragi giganteschi è gravissimo; piuttosto che
all'architettura delle poliremi, meno stabili che le triremi, io ne
attribuisco la cagione alla inesperienza dei capitani e degli
equipaggi nuovi». I cartaginesi perdettero 50 navi, delle quali
13 colate a picco, nonché 3000 uomini uccisi e 7000
prigionieri. Se la vittoria terrestre di Agrigento aveva entusiasmato
il popolo romano, la vittoria di Milazzo portò questo
entusiasmo al delirio. Il mito cartaginese era in frantumi. Cartagine
era stata battuta sul mare, Roma aveva vinto anche sul mare. Nessuno
si stupisce se a Caio Duilio, che si può chiamare il primo
ammiraglio di Roma, furono decretati onori trionfali.
(segue...)
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