(segue) Roma antica sul mare
(5 ottobre 1926)
[Inizio scritto]
Negli anni successivi le due
flotte non compiono nulla di particolarmente importante. La storia
non registra che gli scontri di Sirici e di Tindaride, mentre si
preparava la grande battaglia di Ecnomo (Licata). Fu nell'estate del
256 che i romani veleggiarono verso il sud con una flotta imponente
di 330 navi lunghe e coperte. Dopo una sosta a Messina costeggiarono
sino a Capo Pachino e di qui voltarono verso Ecnomo o Licata, dove un
loro esercito terrestre li attendeva. I cartaginesi a loro volta,
dopo aver sostato a Lilibeo (Marsala), mossero con ben 350 navi
incontro alla flotta romana. Totale degli equipaggi romani 140.000
uomini, dei cartaginesi 150.000. Bastano queste cifre per collocare
quella di Ecnomo fra le più grandi battaglie navali della
storia. Di questa battaglia Polibio, che ne scrisse appena novanta
anni dopo, dà un'ampia per quanto non completa relazione.
Ammiragli cartaginesi Amilcare ed Annone. Ammiragli romani Lucio
Manlio Vulso e Marco Attilio Regolo. In questa battaglia i romani
realizzano un concetto tattico: dispongono cioè la loro flotta
a triangolo con un lato verso terra, mentre i cartaginesi si erano
disposti in linea di fronte. Il cuneo romano sfondò e spezzò
questo fronte separandolo in due parti che furono circondate e
battute. La disfatta dei cartaginesi fu grandissima. Trenta delle
loro navi furono affondate; dei romani soltanto venti. Ma mentre
nessuna nave romana fu catturata i cartaginesi ne perdettero
sessantaquattro. Con questa vittoria Roma ritenne che fosse ormai
libero il mare d'Africa, e si accinse a portare la guerra su un suolo
nemico. Così avvenne.
I Romani sbarcarono e presero
Clupea. Ivi restò a presidiarla Marco Attilio con 40 navi,
15.000 fanti e 500 cavalli, mentre l'altro console se ne tornò
a Roma col bottino della battaglia di Ecnomo.
Ma in Africa le cose volsero al
peggio. Attilio Regolo fu vinto dai cartaginesi e, fatto prigioniero,
mandato a Roma per chiedere pace, sostenne invece la prosecuzione
della guerra. I Romani prepararono una nuova flotta per andare al
soccorso del presidio di Clupea; la flotta era di 350 navi: ammiragli
Marco Emilio e Servio Fulvio. A Capo Bon incontrarono i cartaginesi e
diedero battaglia stravincendoli poiché ben 114 navi perdette
Cartagine. Liberato il presidio di Clupea, Roma rinunciò alla
guerra sul suolo africano e ordinò alla flotta il ritorno. Ma
nel ritorno lungo il lido di Camarina gli elementi inflissero la più
tremenda delle disfatte a Roma. Di 464 navi solo 80 si salvarono
dall'improvviso naufragio dovuto soprattutto alla imperizia marinara
degli ammiragli romani. Così la gioia per la vittoria di Capo
Bon fu turbata dalla catastrofe del ritorno.
(segue...)
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