(segue) Al popolo di Reggio Emilia
(30 ottobre 1926)
[Inizio scritto]
Bisogna che noi creiamo; noi di
questa epoca e di questa generazione, perché a noi spetta il
rendere, vi dico, in dieci anni irriconoscibile fisicamente e
spiritualmente il volto della Patria. Fra dieci anni, o camerati,
l'Italia sarà irriconoscibile! Noi l'avremo trasformata, ne
avremo fatta un'altra, dalle montagne che avremo ricoperte della loro
necessaria chioma verde, ai campi, che avremo completamente
bonificato, alle ferrovie che avremo aumentate, ai porti che avremo
attrezzati, perché l'Italia deve ritrovare la sua anima
marinara.
Queste sono le trasformazioni
politiche e morali. Creeremo l'italiano nuovo, un italiano che non
rassomiglierà a quello di ieri. Sono le generazioni di coloro
che hanno fatto la guerra e sono quindi intimamente fasciste. Poi
verranno le generazioni di coloro che noi educhiamo oggi e creiamo a
nostra immagine e somiglianza: le legioni dei balilla e degli
avanguardisti che ho voluto l'altro giorno raccolti nell'austera e
solenne maestà del Colosseo.
Questa, o camerati, è
l'Italia che noi portiamo nei nostri spiriti, non l'Italia del nostro
sogno, ma l'Italia del nostro lavoro.
Camerati!
Voi non dovete credere che la
fatica sia terminata: essa è appena incominciata. Ormai tutti
si sono convinti che il nostro Regime è imbattibile. Tutti
coloro che ne dubitavano sono ormai delle larve, dei fantasmi, dei
pallidi uomini di un'altra età, di un altro secolo; costoro
non possono più fermare la nostra marcia. Ci cono difficoltà
obbiettive, delle difficoltà che sono nella natura stessa
delle cose e che noi affrontiamo con grande coraggio, con grande
senso di responsabilità ed assoluto spirito di disciplina. La
grande parola che il Fascismo ha detto agli italiani è questa:
non v'è diritto senza che prima sia compiuto un dovere. La
nostra dottrina prima di essere consegnata in ponderosi volumi è
stata vissuta come passione ardente ed operante di tutto il popolo
italiano e per questa dottrina sono morti migliaia di fascisti
durante l'epoca necessaria e cruenta della lotta civile.
(segue...)
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