Agli agricoltori del Polesine
(15 dicembre 1926)
Il
15 dicembre 1926, il Duce ricevé le rappresentanze sindacali
agricole del Polesine, che gli presentarono - trascritto in
un'artistica pergamena - il patto agricolo per il 1927. Agli
agricoltori del Polesine Egli rivolse le seguenti parole:
Sono lieto di ricevere questo
patto, pregevole anche per l'edizione artistica che riprende la
tradizione delle antiche età. So che il patto è stato
concluso in condizioni non facili, che del resto non sono particolari
del Polesine. L'averlo concluso sollecitamente dimostra che lo
spirito di collaborazione non è tra voi solo sulle carte, ma
vive veramente nelle vostre anime. La conclusione del patto torna ad
onore dei vostri capi e del mio amico ed antico compagno di battaglia
Arpinati, la cui presenza fra voi ha contribuito indubbiamente alla
rapida conclusione dell'accordo.
Ritengo che dovranno essere prese
speciali provvidenze per la provincia di Rovigo e per quella di
Ferrara, ond'esse siano il fulcro di quella battaglia che chiamiamo
del grano ma che realmente è la battaglia per la rivalutazione
dell'agricoltura italiana, che deve essere portata al primo piano
della vita italiana.
Vi ringrazio di avermi chiamato
agricoltore, perché amo l'agricoltura e chiedo che essa debba
essere l'elemento di base in una società bene ordinata.
L'agricoltura è fondamento anche dell'industria, non solo
perché molte industrie vivono lavorando prodotti che vengono
direttamente dai campi, ma anche perché tutti per lavorare
hanno bisogno di quella cosa che si chiama pane. Perciò la
vera fonte, la vera origine di tutta l'attività umana è
la terra. Fra tutti i lavoratori i più nobili, e più
disciplinati sono i lavoratori della terra.
Accetto anche con piacere
l'omaggio della pubblicazione della Federazione degli enti autarchici
sul Polesine. È un documento che con l'eloquenza dei fatti
dimostra la marcia della vostra provincia e quanto hanno fatto e
possono fare le nostre amministrazioni fasciste. Ritornate ai vostri
camerati e dite loro che seguo con occhio vigile ed amoroso il vostro
lavoro.
(segue...)
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