Il discorso dell'Ascensione
(26 maggio 1927)


      Con questo nome è passato alla storia politica d'Italia il presente discorso, pronunciato da S. E. il Capo del Governo alla Camera dei Deputati, nella tornata del 26 maggio 1927, giorno dell'Ascensione. Si tratta di un discorso ciclico, che accoglie in una sintesi vastissima e completa - non solo la prassi - ma anche le idee-forza della politica fascista. È uno dei più vasti e complessi fra i discorsi del Duce, ed ha valore fondamentale per conoscere la storia e lo sviluppo del Regime Fascista: si ha in queste pagine tutto il quadro dell'attività statale e governativa, culminante nelle nuove e più vaste funzioni assegnate ai Prefetti; si ha la visione della politica sociale e demografica; si scorge in pieno la complessa opera di risanamento umano compiuto dal Regime in alcune regioni d'Italia. Il discorso, organicamente costruito, costituisce a sé una piccola opera completa che - mentre spiega i rapporti intercedenti fra le diverse attività - illumina e preannunzia lo svolgimento successivo della politica fascista.

      Onorevoli Deputati fascisti!
      Ho il vivo rammarico, congiunto ad una profonda umiliazione, di annunciarvi che il mio discorso non sarà così breve come è nelle mie consuetudini. Non sarà breve, perché ho molte cose da dire, ed oggi è una di quelle giornate in cui io prendo la Nazione e la metto di fronte a se stessa. Debbo poi corredare il mio discorso con molti dati di fatto ed altrettante cifre. Con questo, non voglio condividere l'opinione di coloro, i quali affermano che i numeri governano i popoli. No. I numeri non governano i popoli, ma specialmente nelle società moderne, così numerose e così complesse, i numeri sono un elemento necessario per chiunque voglia governare seriamente una Nazione.

(segue...)