(segue) Il discorso dell'Ascensione
(26 maggio 1927)
[Inizio scritto]
Tutto questo, probabilmente, non
vi dice gran che. Ma passiamo alle cifre, che sono sempre
interessanti. Intanto si può oggi annunciare che una malattia
sociale, la quale gravava sulla popolazione italiana da almeno un
quarantennio, è totalmente scomparsa. Parlo della pellagra. In
cifre assolute, per pellagra ci furono 198 morti nel 1922; nel 1925
erano scesi a 108. Nel Veneto, che era la regione più colpita,
si ha 1,3 morto per ogni 100.000,abitanti; si può quindi dire,
oggi, che la Nazione italiana ha vinto definitivamente questa
battaglia.
Ma non altrettanto può
dirsi per la tubercolosi. Questa miete ancora abbondantemente. Sono
cifre terribili, che debbono far riflettere. Vanno da un minimo di
52.293 nel 1922, a 59.000 nel 1925. La regione che è la più
colpita è la Venezia Giulia; quella che è meno colpita,
la Basilicata. Altrettanto notevole è il numero di coloro che
sono colpiti dalle infermità dovute ai tumori maligni. Qui la
regione più colpita è la Toscana; la meno colpita,
fortunatamente, è la Sardegna, la quale Sardegna paga però
un tributo tristissimo e amplissimo alla malaria. Le cifre assolute
dei morti per malaria non sono gravi e segnano una diminuzione. Vanno
da 4085 nel 1922 a 3588 nel 1925. Qui la Sardegna ha il primo posto:
99 morti ogni 100.000 abitanti.
Un altro fenomeno sul quale
bisogna richiamare l'attenzione dei cittadini consapevoli, è
quello della mortalità per alcoolismo. Non vorrei, a questo
punto, che gli organizzatori del recente Congresso antiproibizionista
temessero alcunché dalle mie parole. Io, non solo non credo
all'astinenza assoluta; penso anzi che, se ragionevoli dosi di alcool
avessero fatto molto male al genere umano, a quest'ora l'umanità
sarebbe scomparsa o quasi, perché liquidi fermentati si bevono
fin dai tempi preistorici. Però non vi è dubbio che in
Italia si comincia a bere troppo egregiamente. Il Mortara, nelle sue
Prospettive economiche ci fa sapere che l'Italia ha 3 milioni di
ettari dedicati a vigna; un milione di più di quello che non
ne abbiano la Francia e la Spagna, che sono, come sapete, paesi
produttori mondiali di vino. I morti per alcoolismo non sono una
cifra eccessiva; si va da 664 nel 1922 a 1315 nel 1925; ed i
quozienti più alti sono nelle Marche, nella Liguria, nel
Veneto, nell'Umbria, nel Piemonte, negli Abruzzi, nell'Emilia. Qui si
è affacciato il problema della riduzione degli spacci, che
erano moltissimi: 187.000 osterie in Italia! Ne abbiamo chiuse
25.000, e procederemo energicamente in questa direzione anche perché
noi lo possiamo fare. Siccome noi, probabilmente, non avremo più
occasione di sollecitare voti dagli osti e dai loro clienti, come
accadeva durante il Medio Evo democratico-liberale, possiamo
permetterci il lusso di chiudere questi spacci di rovinosa felicità
a buon mercato. Anche la mortalità per pazzia è in
aumento, ed in aumento è il numero dei suicidi.
(segue...)
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