(segue) Il discorso dell'Ascensione
(26 maggio 1927)
[Inizio scritto]
Abbiamo creato delle provincie di
confine. Le abbiamo create adesso perché sono scomparse le
condizioni per cui noi non le creammo quattro anni fa. Provincie di
confine che non sono comparabili l'una all'altra: Aosta,
italianissima, fierissima di patriottismo, Aosta non ha niente a che
fare con Bolzano o Bolgiano, e lo vedremo tra poco. Di tutte le
provincie, delle quali non tesserò l'elogio per non
mortificare la modestia dei deputati che le rappresentano qui, una
particolare m'interessa: quella di Bolzano.
È tempo di dire che Bolzano
per molti secoli s'è chiamata Bolgiano; è tempo di dire
che Bolgiano è stata sempre una città italianissima, è
tempo di dire che l'intedescamento di Bolgiano è dell'ultima
metà del secolo scorso, e precisamente di dopo che l'Austria,
perduta Venezia, volle intedescare ferocemente l'Alto Adige ed il
Trentino, per avere un cuneo sicuro da piantare fra due regioni
italiane. Tutto ciò non ha niente a che vedere col confine del
Brennero. Anche se per avventura, ci fossero nell'Alto Adige
centinaia di migliaia di tedeschi puri al 100 per 100, il confine del
Brennero è sacro e inviolabile. E lo difenderemmo, se fosse
necessario, anche con la guerra, anche domani.
Lassù non c'è che
una minoranza di italiani che parlano un dialetto tedesco come lingua
d'uso, e lo parlano solo da mezzo secolo. Nel resto il problema delle
minoranze allogene è irrisolvibile. Lo si capovolge, ma non lo
si risolve. Io devo all'on. Barduzzi, ora nostro console a Marsiglia,
delle scoperte interessanti, fatte nell'archivio della Camera di
commercio di Bolgiano. Da questo archivio, che era tenuto gelosamente
segreto, risulta che tutti gli atti del magistrato mercantile di
Bolgiano, che è stato per alcuni secoli l'autorità più
importante di quel paese, erano scritti in lingua italiana. I
privilegi, le confirmazioni, decine e decine di codici
interessantissimi sono in lingua italiana. In lingua italiana erano
redatti atti di commercio, registrazioni contabili, petizioni
giuridiche, ricorsi al magistrato mercantile, bollettini commerciali,
elencazioni nominative di commercianti e persino suppliche alla
maestà dell'Imperatore.
(segue...)
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