(segue) Il discorso dell'Ascensione
(26 maggio 1927)
[Inizio scritto]
E vi è una distinzione
profonda per quello che concerne l'illegalismo. Anche qui il discorso
ha un valore retrospettivo. Io ho fatto l'apologia della violenza per
quasi tutta la mia vita. L'ho fatta quando ero a capo del socialismo
italiano, e allora spaventavo il ventre, talvolta esuberante, dei
miei compagni di tessera, con molte previsioni guerriere, il «bagno
di sangue», le «giornate storiche». Volevo provare
la capacità combattiva di questa entità mitica,
intangibile che si appellava il proletariato italiano. Ma ho sempre
distinto la violenza dalla violenza, sin dal Congresso di Udine, sino
ai discorsi nei circoli rionali, ed ho sempre detto che c'è la
violenza tempestiva, cavalleresca di uno contro uno, nobile, migliore
del compromesso e della transazione. Ma le violenze che servono agli
interessi personali, quelle non sono Fascismo.
Altro punto di carattere
retrospettivo: quando un Regime, quando un Partito ha assunto la
terribile e grave responsabilità del potere, allora è
responsabile in toto, ed anche l'ultimo gregario dell'ultimo Fascio
d'Italia ha la sua parte di responsabilità. Il Regime è
giudicato da lui corde è giudicato da me, e il popolo ha
perfettamente il diritto di giudicare il Regime dai campioni che esso
gli offre. E se quei campioni non sono all'altezza della situazione,
il popolo ha diritto di manifestare il suo severo giudizio. Perché?
Perché siamo e ci vantiamo di essere un Regime autoritario e
non si deve nemmeno pensare, nemmeno dubitare che abbiamo adottato
questa severa disciplina semplicemente per nascondere qualche cosa
che non sia purissima e cristallina.
Ma poi c'era una distinzione piena
di dottrina e piena di vita in quella circolare: la distinzione tra
l'ordine morale e l'ordine pubblico. Non è la stessa cosa. Ci
può essere un ordine pubblico perfetto, e ci può essere
un disordine morale profondo. Dobbiamo preoccuparci dell'ordine
morale, non dell'ordine pubblico, perché per l'ordine
pubblico, nel senso poliziesco della parola, abbiamo forze
sufficienti; dobbiamo invece preoccuparci dell'ordine morale e
dobbiamo volere, lavorando in profondo, che l'adesione tra le masse
ed il Regime sia sempre più vasta, sempre più sana,
sempre più vitale.
(segue...)
|