(segue) Il discorso dell'Ascensione
(26 maggio 1927)
[Inizio scritto]

      Accanto al Governo, il Partito. Il Partito ha migliorato la sua compagine in questi ultimi tempi. Intanto ha chiuso le porte; quelli che sono stati fascisti nel 1925, 1924, 1923 benissimo; adesso non si diventa più fascisti. Tanto meglio per i ritardatari. I nostri treni non li aspettano! Ma come nutriremo il Partito di linfe vitali? Con la giovinezza. Io spero che voi avrete riflettuto sul significato straordinariamente simbolico e profondamente vitale della cerimonia del 28 marzo; questa leva in massa della gioventù, che entra nel Partito e riceve una tessera, che è qualche cosa come ricevere un moschetto, che infinitamente è di più. Così il Partito, in 10 anni, si rinnova; così ad un certo momento, ci sarà un Consiglio di Ministri in cui il Presidente potrà avere da 28 a 50 anni. Perché non è vero che bisogna essere vecchi o, putacaso, rimbambiti per poter governare: no. Abbiamo avuto dei ministri, in Inghilterra, che avevano 20, 21 anni ed hanno governato brillantemente quello che era ed ancora è il più potente impero del mondo. Bisogna avere anche, ed io spero di insegnarlo agli italiani, il pudore della vecchiaia.
      Accanto al Partito, la Milizia: la Milizia che, in questi ultimi tempi, è diventata un organismo anche più importante di quello che non fosse e che, intanto, ha avuto la soddisfazione di avere la guardia ai confini, di dare i suoi ufficiali al Tribunale speciale, di costituire gli uffici politici di investigazione, di ottenere 6000 moschetti ogni mese. Le Legioni sono state dotate dei mezzi necessari. Si sta studiando per utilizzarle in caso di guerra, poiché il problema della Milizia è un problema organico. Intanto a quelli che hanno più di 40 anni sarà data la difesa antiaerea e la difesa costiera. Ma sopra tutto la Milizia ha avuto l'educazione premilitare, che ha dato risultati superbi. Così si fa l'esercito fascista: dal basso; così si fanno le generazioni guerriere: non soltanto di soldati che obbediscono, ma generazioni di soldati che si battono, perché tale è il loro desiderio; perché questa è la loro passione, perché sentono di portare un'idea. Gli eserciti che hanno vinto erano eserciti che portavano sulla loro bandiera un'idea. E noi, oggi, portiamo l'idea dell'ordine, della gerarchia, dell'autorità dello Stato contro la teoria suicida del disordine, della indisciplina, della irresponsabilità.

(segue...)