(segue) Il discorso dell'Ascensione
(26 maggio 1927)
[Inizio scritto]
D'altra parte, si plachino queste
preoccupazioni: non abbiamo conquistato nulla; abbiamo ripreso le
posizioni che avevamo nel 1922. Le chiameremo «la quota 90»
e su questa quota aspettiamo tutto il grosso dell'esercito. Ci
staremo il tempo sufficiente e necessario perché tutte le
forze dell'economia a questa quota si adeguino; le quali forze però
si adeguavano rapidamente, volonterosamente, quando i cambi,
scendendo in giù, facevano i salti del canguro. Oggi trovano
difficoltà insormontabili perché procediamo col passo
del grillo verso il miglioramento. Tutto ciò è
miserabile.
Abbiamo creato lo Stato
corporativo. Questo Stato corporativo ci pone dinanzi il problema
istituzionale del Parlamento. Che cosa succede di questa Camera?
Intanto, questa Camera, che ha egregiamente, nobilmente e
costantemente servito la causa del Regime, durerà per tutta
intera la Legislatura. Tutti coloro che volevano liquidarla e
sopprimerla, quasi per punirla, saranno certamente delusi. Ma è
evidente che la Camera di domani non può rassomigliare a
quella d'oggi. Oggi, 26 maggio, noi seppelliamo solennemente la
menzogna del suffragio universale democratico. Ma che cosa è
questo suffragio universale? Noi l'abbiamo visto alla prova. Sopra 11
milioni di cittadini che avevano il diritto di votare, ce n'erano 6
milioni che periodicamente se ne infischiavano. E gli altri, che
valore potevano avere, quando il voto è dato al cittadino
semplicemente perché ha compiuto i 21 anni, e quindi il
criterio discriminativo della capacità del cittadino è
legato a una questione di cronologia o di stato civile? Ci sarà
anche oggi una Camera, ma questa Camera sarà eletta attraverso
le organizzazioni corporative dello Stato. Molti di voi ritorneranno
in questa Camera, molti di voi troveranno il seggio naturale nel
Senato, alcuni nel Consiglio di Stato, alcuni nelle Prefetture, nella
carriera diplomatica e consolare, dove si può servire
egregiamente il Regime, qualche altro si ritirerà a vita
privata. Non si può pensare che tutti siano gerarchi. Ci
vogliono anche i gregari.
(segue...)
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