(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]
Particolarmente interessante anche
per l'Italia è la situazione della Cina le cui lotte interne
tengono desta l'attenzione diplomatica e pubblica del mondo. La
situazione dopo un biennio di guerre civili, complicate da un
tentativo di sollevazione bolscevica che appare oramai completamente
liquidata, la situazione, dicevo, è ancora caotica ed oscura.
Grosso modo, la Cina del Nord fa capo al Maresciallo Cian-Tso-Lin, le
provincie meridionali si raccolgono attorno al Governo Nazionale di
Nankino. In mezzo ci sono dei governatori locali che agiscono per
loro conto e non obbediscono praticamente né al Nord né
al Sud.
Un momento drammatico di questa
lotta si ebbe nel settembre-dicembre 1926, quando l'Inghilterra
perdette la sua concessione di Han Kow. Fu in quel periodo che le
Potenze europee, con interessi cinesi, ritennero necessario inviare
dei rinforzi e stabilire una specie di fronte unico europeo. Il
Governo che aveva già in Cina le Regie Navi Libia, Caboto e
Carlotto, mandò due navi da guerra, il Volta e il Muggia.
Poiché la situazione ha aspetti di cronicità, con
bruschi e sanguinosi sussulti come quello che ha provocato in questi
giorni l'intervento del Giappone nello Sciantung, il Volta è
stato richiamato. I marinai italiani hanno adempiuto in tutte le
circostanze il loro dovere. Attualmente ci sono in Cina i seguenti
contingenti militari italiani: 80 uomini di guardia alla Legazione di
Pechino, 300 uomini del Battaglione Tien-Tsin e 80 del contingente di
Shangai. É assai malagevole determinare quale sia il
significato profondo delle guerre civili cinesi e quale sbocco
possano avere. Non bisogna passare in silenzio l'ipotesi avanzata che
attraverso queste lotte, la Cina possa raggiungere l'unità
dello Stato, con un blocco di oltre 400 milioni di uomini.
Tra l'Italia e la Cina esiste un
Trattato di amicizia, di commercio e di navigazione che risale al
1866 e che la Cina può chiedere di rivedere — nella
parte commerciale — dal 1° luglio al 31 dicembre dell'anno
in corso. Trattati analoghi esistenti col Belgio e colla Spagna sono
stati però denunciati per intero. Le conseguenze di tale
denuncia potrebbero essere di una certa gravità per quanto
concerne i nostri istituti bancari e commerciali e ben undici
vicariati apostolici italiani, che d'altra parte siamo decisi a
salvaguardare possibilmente con un'intesa amichevole. Non si può
parlare della Cina senza accennare alla Concessione Italiana di
Tien-Tsin popolata da circa 7500 individui, dei quali 150 italiani,
7000 cinesi e il resto di altre nazioni. L'importanza politica e
morale di questa sentinella avanzatissima della civiltà
italiana nell'Estremo Oriente, è palese. Vi interesserà,
forse, di sapere, onorevoli Senatori, che il bilancio della
Concessione è modesto, ma si chiude con un attivo di oltre
600.000 lire.
(segue...)
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