(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]
Tale amicizia non ha bisogno di
speciali protocolli per essere fortificata e perfezionata. A questo
scopo tendono gli sforzi del Governo fascista.
Passo dalla Gran Bretagna al
Continente e comincio dalla Unione delle Repubbliche Socialiste, che
un tempo nomavasi Russia, e che io chiamerò ancora Russia per
ragioni di brevità di eloquio. I rapporti dell'Italia colla
Russia sono normali. Come voi ricordate, onorevoli Senatori, l'Italia
riconobbe diplomaticamente la Russia nel 1924 e concluse con essa un
Trattato di commercio. Poiché sui risultati effettivi di
questo Trattato di commercio si è molto discusso, è
opportuno che io vi offra le cifre indicanti il volume degli scambi
fra i due Paesi. Sono le seguenti:
Nel 1925 L. 149.188.000 per le
importazioni in Italia e L. 171.256.000 per le esportazioni
dall'Italia; nel 1926 rispettivamente L. 344.851.616 e L.
124.511.369; nel 1927 L. 394.735.633 e L. 43.441.401, cifre queste
ultime non definitive.
Da esse risulta che il volume
degli scambi è stato modesto. Le ragioni sono note. Esse non
sono legate soltanto al monopolio statale del commercio estero, ma al
fatto che la Russia ha bisogno di comperare a credito. Ora l'Italia
non può in tale campo gareggiare con altre Potenze che possono
comodamente attendere. Si è cercato di ovviare a tale
deficienza con la creazione di un ente di finanziamento, che anticipi
ai fornitori italiani le somme necessarie per la esecuzione di
ordinazioni che sono pagate con cambiali russe a varia scadenza.
Negli anni 1925, 1926 vi furono
accenni per un Patto di natura politica fra Italia e Russia, ma le
conversazioni non uscirono mai dalla fase di semplici preliminari
conversazioni.
Dalla Russia si giunge alla
Polonia passando per la corona dei Paesi baltici e scandinavi. Colla
Lettonia abbiamo una convenzione commerciale firmata il 25 luglio
1925 e ratificata il 25 gennaio 1927.
(segue...)
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