(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]
Quale felice preambolo di questa
possibilità d'intesa può essere considerato l'Accordo
per Tangeri. Converrà alcun poco sostare su questa pagina
della nostra storia diplomatica e rifarsi ai precedenti.
Il Governo italiano, fin dal 1920,
allorché si ebbe per la prima volta sentore in Italia delle
intenzioni del Governo di Londra di riprendere con quelli di Parigi e
Madrid i negoziati per lo Statuto di Tangeri, interrotti nel 1914,
chiese di partecipare a tali negoziati, e con la nota della fine
ottobre 1923 diretta ai tre Governi interessati, domandò
formalmente che un Rappresentante italiano prendesse parte alla
Conferenza di Parigi, all'uopo convocata.
Tale richiesta italiana non fu
accolta e il Governo, con successiva nota del 25 dicembre 1923,
rinnovò le sue più ampie riserve circa le deliberazioni
che fossero state adottate dai tre Stati rappresentati a Parigi,
particolarmente nei riguardi della futura libertà di azione.
Il nostro atteggiamento era determinato dalle seguenti
considerazioni:
1°) Anzitutto l'Italia, come
grande Potenza mediterranea riteneva di aver diritto d'intervenire al
regolamento di ogni questione mediterranea, anche per la parte da
essa avuta nella vittoria degli alleati, la quale aveva reso
possibile — nella questione in esame — l'esclusione della
Germania e dell'Austria dagli affari marocchini.
2°) Che, per tutto il
complesso dei suoi interessi nella questione di Tangeri, sia quelli
riferentisi alla sua situazione speciale come grande Potenza
mediterranea, sia quelli da essa posseduti localmente nella zona
tangerina, l'Italia non poteva, nei riguardi di tale questione,
essere considerata alla stregua degli altri Stati firmatari dell'Atto
di Algesirars.
L'accordo delle tre Potenze
condusse alla Convenzione di Parigi del 18 dicembre 1923. Il Governo
dinanzi al fatto compiuto dichiarò ai Governi britannico,
francese e spagnolo di essere disposto a dare la sua adesione alla
Convenzione di Parigi a condizione indispensabile che venissero
accolte le sue domande di modificazioni alla Convenzione stessa.
(segue...)
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