(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]

      L'Italia ha un solo fondamentale interesse e cioè che lo Stato albanese, guidato con mano ferma e saggia da un uomo di qualità eminenti come Ahmed Zogu, consolidi sempre più la sua unità all'interno e la sua autonomia di fronte all'estero. Grandi progressi sono stati realizzati in questi ultimi anni. Anche l'Albania sta rinnovandosi e trasformandosi con moto più accelerato di quanto generalmente si pensi.
      Fra pochi anni l'Albania sarà uno Stato, nel senso più lato e più potente della parola. L'Italia è lieta di portare la sua collaborazione a questa grande rinnovazione della vecchia e pur giovane Albania, legata all'Italia da vincoli che possono ben dirsi secolari e tradizionali.
      Onorevoli Senatori!
      Ho avuto talvolta occasione di dichiarare che i Trattati di pace non sono eterni. Ciò dissi una prima volta dal mio banco di Deputato e successivamente come Capo del Governo in discorsi o interviste. Trovo per lo meno strana l'emozione che sembra impadronirsi di taluni ambienti, di fronte a una dichiarazione che è così ovvia, da parere lapalissiana. Non si tratta di dottrine: si tratta di constatare una realtà storica. Nessun Trattato è mai stato eterno, poiché il mondo cammina, i popoli si costituiscono, crescono, declinano, qualche volta muoiono: l'eternità di un Trattato significherebbe che a un dato momento l'umanità, per un mostruoso prodigio, avrebbe subito un processo di mummificazione, in altri termini, sarebbe morta.
      Non c'è bisogno di ripercorrere le strade della storia più lontana, per affermare che i Trattati di pace non sono eterni: basta limitarsi al secolo diciannovesimo. Si può anche accostarsi a tempi molto più vicini a noi, per identificare un Trattato che non solo non è stato eterno, ma è stato anche brevissimo e parlo di Sevres. Lo stesso Patto della Società delle Nazioni scarta quella che si potrebbe chiamare «l'immobilità marmorea» dei Trattati di pace, quando in apposito articolo apre il varco alle possibili revisioni. Sarebbe interessante stabilire, ad esempio, quante clausole del Trattato di Versaglia non sono state applicate e quante altre hanno avuto o avranno un'applicazione mitigata e diversa. I Trattati di pace sono sacri in quanto conclusero uno sforzo glorioso e sanguinoso, un periodo di sacrifici e di grandi dolori; ma i Trattati di pace non sono il risultato di una giustizia divina, bensì di una intelligenza umana, sottoposta, specie sul finir di una guerra gigantesca, a influenze di ordine eccezionale. C'è qualcuno che oserebbe affermare che i Trattati di pace, da Versaglia in poi, sono un'opera perfetta? Opera umana, io dico, e quindi non perfetta, ma, aggiungo, sempre più perfettibile.

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