(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]

      Nella gestione del bilancio tedesco e della Reichsbanck non sono mancate però, in questi quattro anni, tendenze che, se continuate, potrebbero mettere in serio pericolo i trasferimenti e forse i versamenti futuri. Da un lato lo Stato tedesco è venuto infatti accrescendo le proprie spese; dall'altro sono venuti aumentando i prestiti sia interni che esterni. Ora, il bilancio tedesco (oltre le contribuzioni previste da altre fonti: interessi sulle obbligazioni ferroviarie e industriali; tasse sui trasporti) deve contribuire all'annualità Dawes per una cifra che quest'anno è stata di mezzo miliardo di marchi oro, e nell'anno prossimo, e di poi nell'avvenire, è fissata a un miliardo e un quarto di marchi oro. L'indebitamento all'estero, poi, se non sia opportunamente contenuto, può determinare una situazione per la quale i trasferimenti divengano successivamente più difficili, se non impossibili, e inoltre resti notevolmente diminuita la possibilità dei mercati esteri di assorbire le obbligazioni ferroviarie e le obbligazioni industriali, il cui collocamento in un tempo futuro fa parte della regolare applicazione del Piano.
      L'Agente Generale dei pagamenti ha rilevato queste tendenze, dapprima nel corso dei suoi rapporti annuali, poi a mezzo di una comunicazione particolarmente redatta all'uopo, alla quale il Governo tedesco ha replicato fornendo chiarimenti e assicurazioni e insistendo nella propria determinazione a mantenere gli impegni assunti. La comunicazione dell'Agente Generale dei pagamenti è del 20 ottobre 1927; la risposta del Governo tedesco è del 5 novembre dello stesso anno.
      Ultimamente poi, in occasione del suo Rapporto annuale sulla terza annualità Dawes, e riferendosi alle precedenti osservazioni da lui fatte e allo scambio di comunicazioni ora ricordate, il signor Gilbert si è soffermato su altri aspetti del problema, mettendo in rilievo altri pericoli che possono minacciare la futura applicazione del piano Dawes, inerenti alla sua stessa natura:

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