(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]

      Volendo trarre una conclusione sullo stato attuale della questione, pare si possa ritenere in modo sicuro soltanto questo: che la seconda fase delle riparazioni si avvia al suo termine, il concetto della revisione del piano Dawes essendo ormai generalmente accettato. Quanto però al tempo e al modo in cui essa prenderà fine non sussistono tuttora elementi precisi di giudizio.
      La questione è oltremodo complessa. Oltre agli elementi politici e finanziari propri al problema delle riparazioni e a quello dei debiti, si unisce pure la considerazione del problema dell'occupazione renana per sé e per i riflessi che ha anche sull'altro della sicurezza.
      Per concludere, è convinzione mia e del Governo che se si riuscisse a mettere la parola «fine» al capitolo della storia che prende il nome di «riparazioni» ne verrebbe un giovamento indubbio all'economia europea e mondiale e quindi entrerebbe in gioco un altro elemento importantissimo di stabilizzazione della pace.
      Un'altra questione che ha in questi ultimi tempi vivamente appassionato i circoli politici, diplomatici, militari del mondo è quella del disarmo. È necessario rifarsi ab ovo, rievocare, cioè i precedenti storici della questione, per afferrarne lo sviluppo e prospettarne le possibilità e stabilire qual'è stato l'atteggiamento dell'Italia, che è stata sempre e molto egregiamente rappresentata dal vostro collega senatore De Marinis. Egli ha reso durante le lunghe conferenze, preziosi servigi al Paese. Permettete che io apra una parentesi per tributargli pubblicamente il mio elogio e il mio compiacimento.
      L'Assemblea della lega delle Nazioni del settembre 1923 aveva raccomandato un progetto di Trattato generale di mutua assistenza, ma l'accordo non intervenne fra i Governi.

(segue...)