(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]

      Il malcontento tedesco è stato espresso in termini non meno vivaci anche da Stresemann in un suo recente discorso. Il ministro tedesco degli Affari Esteri ha detto chiaramente che la Germania era stanca di aspettare e ha lasciato capire che egli intendeva portare la questione avanti all'Assemblea nel prossimo settembre.
      È chiaro che i lavori della Commissione Preparatoria sono arrivati una seconda volta a un punto morto. Sarebbe perfettamente inutile di affrontare la seconda lettura nella condizione attuale delle cose, e cioè prima che fra i Governi delle grandi Potenze siano intervenute intese sui principali punti di divergenza.
      Nel corso della recente sessione della Commissione Preparatoria il Delegato francese, allo scopo di giustificare il rinvio dei lavori, ha dichiarato alla Commissione che «fra i Governi più interessati erano in corso delle conversazioni le quali lasciavano sperare un esito favorevole». Una analoga dichiarazione, dettata evidentemente dalla stessa preoccupazione di giustificare il rinvio è stata fatta dal Delegato inglese.
      In realtà queste pretese conversazioni si riducono a poca cosa. Vi è bensì stata la recente proposta inglese per esaminare la possibilità di accordarsi su una riduzione del dislocamento ed armamento delle navi di linea e sul prolungamento dei loro limiti di età.
      Tale proposta ha dato luogo a Ginevra, fra gli esperti navali delle grandi Potenze, a scambi di vedute ufficiosi che però non hanno portato a nulla di conclusivo, la proposta britannica non essendo apparsa accettabile né agli Italiani, né ai Francesi né ai Giapponesi, e neppure agli Americani.
      In materia di armamenti terrestri il rappresentante militare francese ha avuto col Delegato italiano delle conversazioni nelle quali ha insistito sulla opportunità che i due Paesi si mettano d'accordo. Egli si è però tenuto molto sulle generali e non ha enunciato alcuna proposta concreta.

(segue...)