(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]
Con tutto ciò non può
escludersi — e sembra anzi da prevedere — che, prima
dell'Assemblea del prossimo settembre, da parte inglese o francese (e
forse anche d'accordo fra i due Paesi) venga presa la iniziativa di
trattative fra le grandi Potenze per tentare di fare qualche
progresso in materia di limitazione o riduzione di armamenti.
Ciò per poter controbattere
la tesi tedesca, che si fonda sul dilemma: «O le altre Potenze
riducono i propri armamenti secondo l'impegno preso nel Trattato di
Versailles e nell'art. 8 del Patto, oppure la Germania deve essere
autorizzata ad armarsi in proporzione».
La posizione presa dalla
Delegazione italiana di fronte al problema della limitazione o
riduzione degli armamenti è solidamente fondata su alcuni
punti fissi:
1°) interdipendenza di ogni
genere di armamento;
2°) la proporzione degli
armamenti «non» deve essere basata sullo statu quo;
3°) i limiti degli armamenti
dell'Italia non possono avere carattere assoluto, ma dovranno essere
relativi agli armamenti totali degli altri Stati (parità con
la Nazione continentale europea più armata);
4°) il Governo italiano si
dichiara a priori disposto ad assumere, come limite dei propri
armamenti, cifre qualsiasi, anche le più basse, purché
non sorpassate da alcun'altra Potenza continentale europea;
5°) i metodi da impiegare per
ottenere le limitazioni devono rivestire carattere della massima
semplicità e non implicare la necessità di controllo
esterno.
Ai principi suesposti è
stata costantemente ispirata l'attitudine della Delegazione italiana,
e la Commissione Preparatoria ben conosce quindi il punto di vista
del Governo in materia di disarmo.
(segue...)
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