(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]

      Un'altra novità è il Bollettino del Ministero degli Affari Esteri richiamato a nuova vita e che viene ad aggiungersi alle altre pubblicazioni edite dal Ministero degli Affari Esteri: La Rassegna della Stampa Estera e la Rassegna delle Riviste Estere, ormai largamente diffuse e di grande utilità per chi vuol conoscere l'opinione della stampa mondiale sull'Italia e sui grandi problemi internazionali.
      Il Bollettino del Ministero degli Affari Esteri, nel quale è stato fuso il soppresso Bollettino dell'Emigrazione, consta di cinque parti. Le parti seconda, terza, quarta e quinta contengono le leggi e i decreti, i Trattati, le Convenzioni e gli Accordi internazionali; le circolari, istruzioni, disposizioni varie, il Massimario e la Giurisprudenza. Nella prima parte sono mensilmente riprodotti gli avvenimenti e gli atti più importanti del Governo e del Regime, che il console esporrà e commenterà alle più lontane collettività italiane in tutti i punti del mondo.
      Ma la riforma organica di maggior momento è stata la soppressione del Commissariato Generale dell'Emigrazione, che costituiva per numero di personale e di Uffici, un vero e proprio Ministero. La Direzione Generale degli Italiani all'Estero subentrata al Commissariato Generale ha già condotto a termine il suo lavoro di trasformazione e di assestamento interno e consterà in tutto di soli sette Uffici, ivi compresi quelli che già esistevano al Ministero Affari Esteri e che le sono stati attribuiti.
      Né la Direzione Generale degli Italiani all'Estero limita il suo compito all'assistenza burocratica ed amministrativa dell'emigrante. Anzitutto è questa una figura che tende a scomparire dalla terminologia italiana. Non vi è più l'emigrante da un lato e il cittadino dall'altro. Vi è sempre e dovunque, ricco o povero, lavoratore manuale o intellettuale o turista, il cittadino italiano. Uguali diritti, uguali doveri. Ho dato ordine che sia abolito il passaporto per gli emigranti, che accompagnava, quasi un marchio di minorazione, il lavoratore sprovvisto di mezzi di fortuna, disponendo che sia istituito per tutti i cittadini indistintamente, un nuovo tipo unico di passaporto.

(segue...)