(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]
L'italiano onesto e fedele al
Regime ha diritto di tenere orgogliosamente alta la testa, in Patria
e all'estero, qualunque sia la sua condizione sociale.
Il compito della nuova Direzione
Generale è stato tracciato in una circolare da me diramata in
occasione della sua istituzione e che diceva:
«Il Governo fascista non
considera il problema emigratorio solamente come un fatto d'ordine
tecnico-amministrativo, ma essenzialmente come un problema d'ordine
politico.
«E la tutela delle
collettività italiane all'estero deve essere esercitata
secondo un concetto unico ed inscindibile.
«Non vi può essere
una tutela tecnica ed assistenziale disgiunta dalla tutela politica.
E viceversa.
«Uniche direttive, in un
solo organo, al centro: il Ministero degli Affari Esteri.
«Unici ed inscindibili i
compiti e le responsabilità di chi rappresenta, in seno alle
collettività italiane all'estero, la sovranità dello
Stato: il console.
«Dalla pratica burocratica
che interessa il singolo alla grande manifestazione della
collettività, è tutta una vasta opera che deve essere
meditata ed organica, appassionata e tenace — di protezione e
di difesa dell'Italianità.
«È mio intendimento
che attraverso la Direzione Generale degli Italiani all'Estero, sia
tutelata la vita, coordinate ed incoraggiate le attività,
eccitate le iniziative della nostra gente nei Paesi stranieri.»
Secondo queste direttive la nuova
Direzione Generale, in stretta, continua collaborazione con la
Segreteria dei Fasci all'estero, segue ed assiste tutti i nuclei
d'italiani all'estero, raccolti intorno al console e al Fascio,
favorendone attivamente le istituzioni assistenziali e
dopolavoristiche, le iniziative d'ordine sportivo e culturale.
(segue...)
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