(segue) Sintesi e direttive
(23 luglio 1928)
[Inizio scritto]

      1°) immutabilità del livello di stabilizzazione alla quale si è già adattata la economia italiana;
      2°) nessun aggravio fiscale, ma lotta contro gli evasori, i quali sono i peggiori parassiti della società nazionale;
      3°) nessun prestito all'estero da parte dello Stato o di enti pubblici, e severo controllo sui prestiti esteri ad iniziative private;
      4°) nessuna emissione, sotto qualsiasi forma, di debito pubblico all'interno, e ammortamento effettivo del debito pubblico consolidato con disponibilità di cassa;
      5°) consolidamento delle spese dello Stato sulle cifre del bilancio di previsione, ed economie alla periferia con riferimento alle finanze locali;
      6°) data la fine della gestione e delle partite straordinarie reliquate dalla guerra e dalla lotta del Tesoro in materia di cambi, che imponevano eccezionali contabilità, sarà introdotta la cristallina semplicità e chiarezza in tutti i conti dello Stato, in modo che ogni cittadino, senza l'aiuto dei metafisici della contabilità o della computisteria, possa leggerli e comprenderli. A tale scopo, sarà posta ogni cura a ridurre costantemente il divario fra competenza e cassa, dovuto al vario gioco dei residui attivi e passivi, in modo da arrivare gradualmente alla normalità, cioè alla quasi totale coincidenza tra bilancio di competenza e bilancio di cassa;
      7°) tutela inflessibile del risparmio, e disinteresse per le imprese economiche che non sono vitali.
      Questo sta nelle direttive che il nuovo Ministro delle Finanze ha pienamente accolto, e alle quali sarà ispirata d'ora innanzi la sua quotidiana attività.