(segue) Prefazione a Regresso delle nascite, morte dei popoli
(1 settembre 1928)
[Inizio scritto]


      Le razze prolifiche
      Sì, sono alle porte e non soltanto per la loro fecondità ma anche per la coscienza che essi hanno preso della loro razza e del suo avvenire nel mondo. Mentre, ad esempio, i bianchi degli Stati Uniti, hanno un miserevole quoziente di natalità — che sarebbe ancora più miserevole, se non vi fossero le iniezioni di razze ancora prolifiche come gli irlandesi, gli ebrei, gli italiani — i negri degli Stati Uniti sono ultra fecondi e ammontano già al totale imponente di quattordici milioni, cioè un sesto della popolazione della Repubblica stellata. C'è un grande quartiere di New York, Harlem, popolato esclusivamente di negri. Una grave rivolta di negri scoppiata nel luglio scorso in detto quartiere, fu a stento domata, dopo una notte di conflitti sanguinosi, dalla polizia, che si trovò di fronte masse compatte di negri.
      Che cosa può significare nella storia futura dell'Occidente, una Cina di quattrocento milioni di uomini, accentrati in uno Stato unitario? E venendo più vicino a noi che cosa può significare per il resto d'Europa la Russia, il cui quoziente di natalità è altissimo, tanto che — malgrado guerre, epidemia, bolscevismo, carestia, esecuzioni in massa — la popolazione della Russia si aggira oggi sui 140 milioni di abitanti? Le campane d'allarme squillano. Coloro che vedono un po' più in là della quotidiana contingenza (a mio avviso non ha diritto di governare una Nazione chi non sia capace di guardare almeno a 50 anni di distanza), sono preoccupati.

      Situazioni europee
      Nella Nazione più industriale e mercantile di Europa, la Gran Bretagna, si invoca da studiosi e da politici un «ritorno alla terra». Ma come portare alcuni, soltanto alcuni dei molti milioni di londinesi ammucchiati nella metropoli, di nuovo verso le campagne? Si può fare il cammino a ritroso?

(segue...)