(segue) Prefazione a Regresso delle nascite, morte dei popoli
(1 settembre 1928)
[Inizio scritto]
Falsa è la tesi che la
qualità possa sostituire la quantità, tesi che io ho
ribattuto energicamente non appena fu avanzata quasi a
giustificazione della purtroppo progressiva flessione della natalità
italiana; falsa ed imbecille è la tesi che la minore
popolazione significhi maggiore benessere: il livello di vita degli
odierni 42 milioni di Italiani è di gran lunga superiore al
livello di vita dei 27 milioni del 1871 o dei 18 del 1816.
Vero è, invece, che i
benestanti sono i meno prolifici — fenomeno di egoismo morale,
dunque! —. Vero è, invece, che le famiglie più
deserte di bambini sono quelle che non soffrono penuria di ambienti.
Di queste e di altre consimili
«falsità» pseudo scientifiche fa efficacemente
tabula rasa l'autore di questo volume. Il quale autore cade, però,
come dicevo, in alcune inesattezze per ciò che concerne
l'Italia.
Se il Dott. Korherr farà un
viaggio in Italia si convincerà: a) che non è vero che
le campagne del Piemonte, Lombardia, Toscana, Romagna, Sicilia siano
in particolare decadenza demografica; b) che non è vero che i
negri si spingano sino in Sicilia. È vero invece —
nettamente — il contrario. È vero cioè che i
Siciliani si sono piantati in masse numerose e compatte nell'Africa
Romana mentre in Sicilia di gente di colore non ci sono che mezza
dozzina di deportati senussiti e di origine semita.
Situazione dell'Italia
Ma qual'è, a prescindere da
questi particolari, la situazione dell'Italia della quale Spengler si
occupa, elogiando le prime fasi della mia politica demografica,
riassumentesi nella formula netta chiara vitale: massimo di natalità,
minimo di mortalità?
(segue...)
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