(segue) Il giornalismo come missione
(10 ottobre 1928)
[Inizio scritto]

      Nel campo dell'arte, della scienza, della filosofia, la tessera non può creare una situazione di privilegio o di immunità. Come deve essere permesso di dire che Mussolini, come suonatore di violino, è un dilettante molto modesto, così deve essere permesso di obbiettivamente giudicare l'arte, la prosa, la poesia, il teatro, senza che ci sia un «veto» per via di una tessera più o meno retrodatata. La disciplina di partito qui non gioca. La Rivoluzione qui non c'entra. Quando uno chiede di essere giudicato come poeta, drammaturgo, pittore, romanziere, non ha il diritto poi di richiamarsi alla tessera se il giudizio gli è sfavorevole.
      Un Tizio può essere un valoroso fascista ed anche della prima ora, ma come poeta può essere un deficiente. Non si deve mettere il pubblico nell'alternativa di passare per antifascista fischiando, o di passare per stupido o vile plaudendo a tutti gli aborti letterari, a tutti i centoni poetici, a tutti i quadri degli imbianchini. La tessera non dà l'ingegno a chi non lo possiede.
      Non vi ho detto tutto quanto potrei dire, ma ritengo di avervi detto alcune cose essenziali. La maggiore di tutte è questa: il vostro compito diventerà sempre più importante e ai fini interni e a quelli internazionali. Ai fini interni, perché, tra l'altro, tra pochi mesi il popolo italiano sarà chiamato ai comizi plebiscitari, attraverso i quali esso dovrà documentare, in faccia al mondo, il suo effettivo consenso al Regime, Bisogna preparare questa grande manifestazione, e voi avete, coi vostri giornali, il mezzo di farlo degnamente.
      Nel mondo internazionale noi non andiamo verso tempi facili. Più l'Italia aumenterà la sua statura politica, economica, morale, più l'Italia fascista «durerà», e maggiori saranno le inevitabili reazioni nel mondo antifascista, che sembra quasi offeso di dover constatare che ancora una volta è l'Italia che dà una parola d'ordine nuova nel campo politico e sociale. Occorre, per questo, che la stampa sia vigile, pronta, modernamente attrezzata; con uomini che sappiano polemizzare con gli avversari di oltre frontiera, con uomini, soprattutto, che siano mossi, non da obbiettivi materiali, ma da fini ideali.

(segue...)