(segue) La diana del nuovo tempo
(9 dicembre 1928)
[Inizio scritto]
Questa frase era un reliquato
delle vecchie ideologie. Questa unità ha un senso in regime di
lotta di classe, non ne ha più alcuno in regime di
collaborazione di classi.
In regime di lotta di classe si
presuppone, o si può presupporre che, ad un dato momento, a
scaglioni successivi, o in massa, tutto l'esercito proletario debba
marciare contro il contrastante esercito borghese.
Noi abbiamo fatto giustizia di
questa vecchia letteratura, che non è più del nostro
tempo, ed abbiamo dichiarato che nel Regime fascista l'unità
di tutte le classi, la unità politica, sociale e morale del
popolo italiano si realizza nello Stato e soltanto nello Stato
fascista.
Del resto gli operai italiani ai
quali non chiediamo nessun attestato di particolare riconoscenza,
poiché non siamo cortigiani né verso l'alto né
verso il basso, gli operai italiani hanno avuto innumerevoli prove
della mia operante simpatia innumerevoli prove delle realizzazioni
pratiche effettuate dal Regime fascista.
Noi non teniamo nemmeno alla loro
memoria. Questo è il fatto che la storia deve registrare.
Per ciò che concerne la
politica estera anche qui le direttive sono ormai stabilite.
Siamo tutti per la pace. Abbiamo
firmato il Patto Kellogg. L'ho definito sublime; lo è in
realtà; tanto sublime che potrebbe anche essere chiamato
trascendentale. E se domani altri patti fossero in vista, noi ci
affretteremmo a firmarli.
Non vogliamo assolutamente che si
dica che il mondo nuoterebbe in un mare di latte e miele, che gli
uomini diventerebbero tutti fratelli, che questo mediocre e divino
pianeta che noi abitiamo sarebbe un paradiso, ma che tutto ciò,
questa bellissima festa, è guastata dall'imperialismo
fascista.
(segue...)
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