(segue) La diana del nuovo tempo
(9 dicembre 1928)
[Inizio scritto]

      Altro elemento sul quale richiamo la vostra attenzione e che considero fondamentale è la realizzazione assoluta della giustizia amministrativa. Il popolo italiano è giustamente geloso in siffatta materia e io gli riconosco il diritto di esserlo. La giustizia senza la forza sarebbe una parola priva di significato, ma la forza senza la giustizia non può e non deve essere la nostra formula di governo.
      Reagire anche contro le denigrazioni generiche e insufficienti con le quali il più perfetto dei Santi potrebbe essere condannato all'inferno e uccidere finalmente in noi ogni residuo di superstite faziosità.
      Queste sono le linee attraverso le quali deve svolgersi quello che io chiamo l'incessante perfezionamento di tutte le forze e di tutti gli organi del Regime.
      Signori, ciò è doveroso ma ciò è necessario: debbo dirvi con tranquilla coscienza e con perfetta cognizione di causa che noi non andiamo verso tempi facili, andiamo verso tempi difficili. Non è ancora venuto e forse non verrà mai per noi il momento in cui si può star seduti: è ancora l'ora e il comandamento di camminare.
      Avete avuto il privilegio e la ventura di approvare leggi memorabili e di partecipare ad eventi che rimarranno scritti nelle pagine della storia italiana. Ma ora debbo preannunziarvi che forse nei prossimi cinque anni, nella XXVIII Legislatura, voi sarete spettatori di eventi non meno memorabili.
      È dunque un grande privilegio per voi e per noi tutti di vivere in un'epoca così forte, in un'epoca così piena di destino! Per questo, o camerati, bisogna affinare tutte le nostre facoltà; essere dei combattenti che non si danno riposo, vedere la vita ed affrontarla così come si presenta, col suo bene, col suo male, con le sue forze e con le sue debolezze, con tutti i suoi mutevoli e pur tuttavia seducenti aspetti.

(segue...)