(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]
Avendo ripensato la vita di questo
straordinario Capitano, conquistatore delle Gallie e avendo avuto
occasione di rileggere in questi ultimi tempi l'apologia di Giulio
Cesare, fatta nel XVII secolo dal Guarino, mi sono convinto che
veramente quest'uomo era di una singolare bontà: è
forse il primo romano che ha il senso del prossimo. Quei formidabili
inglesi dell'antichità che furono i romani, avevano la
formula: «Io, ancora io, poi il mio cane, e finalmente il mio
prossimo». Non è vero, però, che questa sia la
formula di vita dei nostri amici inglesi contemporanei.
L'altruismo romano non usciva dai
confini della gens romana; tutto il resto era barbaro, spregevole.
Comunque, sta di fatto, e su questa constatazione tutti possiamo
essere concordi, che il Cristianesimo trova il suo ambiente
favorevole in Roma. Lo trova, prima di tutto, nella lassitudine delle
classi dirigenti e delle famiglie consolari, che ai tempi di Augusto
erano diventate stracche, grasse e sterili, e lo trova, soprattutto,
nel brulicante formicaio dell'umanità, levantina che
affliggeva il sottosuolo sociale di Roma, e per la quale un discorso
come quello della Montagna apriva gli orizzonti della rivolta e della
rivendicazione.
Ma da queste constatazioni non
bisogna però trarre illazioni d'ordine contemporaneo. Qui è
l'errore di qualche polemista, che su questo argomento ha dissertato
in questi ultimi giorni. Bisogna distinguere le mete e le funzioni
del proselitismo chiesastico dagli ideali della nostra conquista
imperiale.
Altra constatazione: nei primi
otto secoli del Cristianesimo non vi è traccia di principato
civile nella storia della Chiesa: ci sono soltanto, specialmente
durante e dopo Costantino, alcune proprietà più o meno
vaste che formano il nucleo primigenio del Patrimonio di San Pietro.
Documenti dell'epoca assicurano che queste proprietà vennero
lasciate da religiose, pietose persone non solo a Roma, ma in varie
parti d'Italia e anche da individui che avevano bisogno di farsi
perdonare i loro delitti e le loro ruberie.
(segue...)
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