(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]

      Del resto la storia più sommaria ci dice che nei primi tre secoli il Cristianesimo fu la religione di una minoranza mal conosciuta, mal tollerata e finalmente nonché intermittentemente perseguitata dagli imperatori. È solo negli anni 311-313 che viene largita prima da Galerio, poi da Costantino e Licinio, col famoso editto di Milano, la libertà religiosa ai cristiani. Questo evento coincide colla terribile strage di tutti i discendenti delle vecchie famiglie imperiali — uomini, donne, fanciulli — ordinata da Licinio, dopo la disfatta e il suicidio di Massimino. Quindici secoli dopo, è accaduto qualche cosa di similmente orrendo in Russia, colla strage di tutti i Romanoff.
      È Costantino che introduce il foro ecclesiastico. Talune delle agevolazioni concesse ai cristiani sul terreno civile daranno materia ai futuri Concordati stipulati dalla Chiesa colle autorità civili. E solo attraverso le negoziazioni e gli atti tra Carlo Magno e Leone III si costituisce il principato civile dei Pontefici romani. Questo dura dieci secoli. Ma intanto qual'è la situazione?
      Roma non è più la capitale dell'impero, e nemmeno la capitale politica d'Italia; è la capitale religiosa di tutti gli italiani, di tutti i cattolici del mondo, ed è la capitale politica di quel piccolo Stato che è lo Stato Pontificio. Dieci secoli di guerre, di paci, di disordini, di tumulti, di grandi eventi, di grandi miserie: tre fatti dominano questo lungo percorso storico: la Riforma, il Concilio di Trento e la captività avignonese. Alla fine del decimottavo secolo, dopo la Rivoluzione francese, due Stati, in Italia, si trovavano dolenti per consunzione dei loro tessuti organici: la Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio. La rivoluzione francese doveva urtare, dopo aver fatto tabula rasa di tutte le istituzioni religiose di Francia, contro lo Stato Pontificio: e ciò accade nel 1796. È il generale Bonaparte che suscita gli entusiasmi unitari degli italiani, appoggiandoli con le baionette.

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