(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]

      Nel 1813, abbiamo l'ultimo Concordato fra la Santa Sede e Napoleone; ma può essere interessante notare che questo Concordato non durò più di due mesi. Pio VII lo denunciò ammettendo, tra grandi lamentazioni, di essersi «sbagliato».
      Il giudizio sulla politica ecclesiastica di Napoleone è dato dal Ministro Talleyrand, l'obliquo e astuto Talleyrand, che non può essere disgiunto dalla storia movimentatissima di quel periodo storico. Egli dice, nel secondo volume delle sue Memorie: «La distruzione del potere temporale del Papa con l'assorbimento dello Stato Romano nel grande Impero era, politicamente parlando, un errore gravissimo. Salta agli occhi che il Capo di una religione universalmente diffusa come la cattolica, ha bisogno della più perfetta indipendenza per esercitare imparzialmente il suo potere e la sua influenza. Nello stato attuale del mondo, in mezzo alle divisioni territoriali, create dai tempi, e alle complicazioni politiche risultanti dalla civiltà, quest'indipendenza non può esistere senza le garanzie di una sovranità temporale. Era insensato da parte di Napoleone il pretendere di fare del Santo Padre un Vescovo francese. Che cosa sarebbe diventato allora il cattolicismo di tutti i paesi che non facevano parte dell'Impero francese?»
      Del resto, lo stesso Napoleone, nelle istruzioni al Re di Roma, così giudicava la sua politica: «Le idee religiose hanno ancora molto impero, più di quanto non si creda da taluni filosofi. Esse possono rendere grandi servizi all'umanità». «Essendo d'accordo col Papa, — egli diceva — si domina ancora oggi la coscienza di cento milioni di uomini».
      Caduta di Napoleone. Congresso della Santa Alleanza. Ristabilimento del potere temporale dei Papi. Ma questo potere aveva già del piombo nell'ala; esso era già condannato dalla Rivoluzione italiana, che continua, che ha i suoi episodi gloriosi del '20, del '21, del '31. La repressione molto severa delle Romagne non basta a fermare il moto. È nel '43 che Gioberti stampa, a Bruxelles, il suo famoso libro: Del Primato civile e morale degli Italiani. Nel '44 i fratelli Bandiera hanno la sublime malinconia di andare a morire combattendo contro i Borboni nelle Calabrie. Nel '44 escono il libro di Balbo: Le speranze d'Italia, e quello di D'Azeglio: Sugli ultimi casi di Romagna, Nel '46 sale alla tiara Pio IX.

(segue...)