(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]

      Quello presentato dall'on. Matteucci al Senato diceva: «Il Senato, confidando che le dichiarazioni del Governo del Re per la piena e leale applicazione del principio della libertà religiosa faranno fede alla Francia ed all'intiera società cattolica che l'unione all'Italia di Roma, sua naturale capitale, si compirà assicurando nel tempo stesso il decoro e l'indipendenza della Chiesa e del Pontefice, passa all'ordine del giorno». In entrambi si parla esplicitamente di garanzie per l'indipendenza del Papa.
      Quale era la tesi di Cavour? Prima di tutto Cavour era un cattolico, credente e praticante. La sua tesi era questa: non si poteva andare a Roma con la violenza, la violenza doveva essere la extrema ratio, bisognava andarvi d'accordo con la Francia poiché è difficile scindere la politica cavourriana dalla alleanza con la Francia. Bisognava lasciare al Pontefice un tanto di territorio sul quale egli fosse sovrano, che la sua sovranità, cioè, fosse ancorata in un territorio, la Città leonina, per intenderci. Poi, finalmente, la formula: libera Chiesa in libero Stato.
      Ho molto riflettuto su questa formula; ma io credo che lo stesso Cavour non si rendesse conto di che cosa, in realtà, questa formula potesse significare. Libera Chiesa in libero Stato! Ma è possibile? Nelle nazioni cattoliche, no. Le nazioni protestanti hanno risolto il problema, facendo in modo che il Capo dello Stato sia anche il Capo della loro religione, e hanno costituito la Chiesa nazionale. Ve un solo paese fra quelli di razza bianca, dove la formula cavourriana sembra aver trovato la sua applicazione: gli Stati Uniti. Là veramente lo Stato è libero e sovrano, e le Chiese sono libere, ma perché? Perché, come ha detto uno studioso di questi problemi, negli Stati Uniti ce un polverio di religioni per cui lo Stato non ne può scegliere nessuna, né proteggerne alcuna. Io credo invece, che Cavour volesse intendere che lo Stato dovesse essere libero completamente e sovrano in quelle che sono le proprie attribuzioni, non soltanto però di ordine materiale e pratico, come si vorrebbe dare ad intendere, — e su ciò torneremo tra poco — e che la Chiesa dovesse essere libera per il suo magistero e per la sua missione pastorale e spirituale.

(segue...)