(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]
Quantunque Monsignor Kelley
dichiarasse di non avere nessuna autorità a trattare e di
agire soltanto per propria personale iniziativa, la discussione volse
anche intorno ai punti sostanziali dell'eventuale soluzione. Si parlò
di un territorio che cominciasse da Ponte Sant'Angelo, includendovi
il Castello, di uno sbocco al mare e di una garanzia delle altre
nazioni, da ottenersi attraverso la Lega delle Nazioni.
Monsignor Kelley doveva partire
all'indomani per l'America, ma avendo il piroscafo ritardato di due
giorni la partenza, tra il 18 e il 20 maggio, Brambilla ben cinque
volte, a nome di Orlando, insistette presso il Prelato perché
invece di tornare in America, andasse a Roma, a riferire al Cardinale
Segretario di Stato. Monsignor Kelley alla fine acconsentì, e
arrivò a Roma il 22 maggio, lo stesso giorno andò in
Vaticano da Monsignor Ferretti, allora Segretario degli Affari
ecclesiastici straordinari, che lo accompagnò subito dal
Cardinale Gasparri, al quale espose tutto colla massima precisione.
Il Cardinale e Monsignor Cerretti
andarono subito dal Papa e tornarono, dopo un'ora, dicendo che lo
stesso Monsignor Cerretti il giorno 24 sarebbe partito per Parigi per
incontrarsi con Orlando, e che Monsignor Kelley lo avrebbe
accompagnato, senza però più occuparsi della Questione
Romana.
Il primo giugno, previ accordi con
Brambilla, Monsignor Cerretti si incontrò con l'on. Orlando
nella camera 135 dell'Hotel Ritz. Orlando confermò tutta la
conversazione avuta con Monsignor Kelley. Monsignor Cerretti gli
sottopose un breve esposto della Questione e della sua possibile
soluzione, scritto di propria mano dal Cardinale Segretario di Stato.
Finita la lettura del documento,
Orlando disse che, in massima, accettava, e si passò alla
discussione dei punti principali.
(segue...)
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