(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]

      Intanto il Fascismo faceva una politica religiosa, sanamente religiosa. I fatti di questa politica vi sono stati prospettati qui da molti oratori; non avevamo fobie, né scrupoli. Giustamente l'on. Farinacci ha ricordato che il Fascismo fu il primo a proteggere le processioni; grandi centenari si svolsero nella più grande tranquillità; l'anno del Giubileo fu perfetto. Fascisti della prima ora, come l'on. Arpinati, figuravano nel comitato per il Congresso Eucaristico a Bologna. Politica sincera, risultati di posizioni dottrinali nettamente stabilite.
      Si andò anche più in là; si cercò di rivedere tutta la materia della legislazione ecclesiastica. Giustamente, bisogna riconoscere, i Papi si dolevano della legislazione antiecclesiastica del vecchio Piemonte. Questa è durata da quando il Siccardi, nel giugno 1850, volle abolito il Foro Ecclesiastico, fino a quando nel 1873, si soppressero le ultime Facoltà teologiche nelle Università regie. La Santa Sede aveva un po' ragione di sospettare, davanti a manifestazioni di una politica e di una legislazione assolutamente antireligiosa e antiecclesiastica.
      Tuttavia, quando pareva si dovesse concludere, il 18 febbraio 1926, riferendosi ai lavori compiuti dalla Commissione mista per la riforma della legislazione ecclesiastica, il Papa affermava: «che nessuna conveniente trattativa, nessun legittimo accordo aveva avuto luogo, né poteva aver luogo, finché durasse l'iniqua condizione fatta alla Santa Sede e al Romano Pontefice».
      Voi vedete da queste citazioni che la intransigenza dei Papi da questo punto di vista è stata sempre immutabile.
      Questa ultima dichiarazione del Papa ha la data del 18 febbraio 1926. Siamo nell'anno in cui cominciano le trattative. Nell'estate del 1926 io non pensavo, a dirvelo schiettamente, a risolvere la Questione Romana. C'era un problema che mi angustiava in quell'epoca, il problema della lira. Sentivo quel problema come uno dei problemi del Regime, del prestigio, della dignità, della solidità del Regime. E ancora oggi, su questo campo, sono intrattabile e inesorabile.

(segue...)