(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]

      In data 24 ottobre 1926 il Cardinale Segretario di Stato fissava i seguenti punti:
      «1°) la condizione che si vuol fare alla Santa Sede deve essere conforme alla sua dignità e alla giustizia;
      «2°) perciò essa deve essere tale che le garantisca piena libertà e indipendenza, non solamente reale ed effettiva, ma anche visibile e manifesta, con territorio di sua piena ed esclusiva proprietà sia di dominio che di giurisdizione, come conviene a vera sovranità, e inviolabile a ogni evenienza;
      «3°) per questi motivi, e anche perché trattasi di cosa che evidentemente esorbita dai confini dell'Italia, è necessario che il nuovo assetto politico territoriale sia riconosciuto dalle Potenze;
      «4°) spetterà al Governo italiano assicurare, in via di massima, tale riconoscimento almeno da parte delle Potenze europee, con le quali la Santa Sede e l'Italia hanno rapporti diplomatici, prima di aprire le trattative ufficiali;
      «5°) alla convenzione politica conviene abbinare una convenzione concordataria che regoli la legislazione ecclesiastica in Italia;
      «6°) è appena necessario aggiungere che le eventuali convenzioni dovranno essere sempre approvate dalla autorità politica e costituzionale in Italia, cioè dal Re e dal Parlamento.»
      Finalmente, in data 31 dicembre 1926, io indirizzavo questa lettera a S. E. il Cardinale Segretario di Stato: — «Eminenza! Con riferimento allo scambio di idee avvenuto a mezzo dei nostri fiduciari, Consigliere Barone e prof. Pacelli, in ordine alla possibilità di addivenire a una definitiva e irrevocabile sistemazione dei rapporti tra il Regno d'Italia e la Santa Sede, sistemazione la quale, assicurando alla Santa Sede una posizione di sua soddisfazione, dia luogo al riconoscimento da parte della medesima degli avvenimenti che culminarono nella proclamazione di Roma Capitale del Regno d'Italia, sotto la Dinastia di Casa Savoia, mi è grato di indirizzare a Lei lo stesso Consigliere di Stato dott. prof. Barone, cui conferisco incarico ufficiale di trattare per la formale sistemazione di detti rapporti.

(segue...)