(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]
Così pure tutti i
Concordati firmati da Leone XII hanno la stessa formula. Ma veniamo
al tempo nostro. La stessa intestazione è preposta al
Concordato concluso il 24 giugno 1914 dal Pontefice Pio X col Regno
scismatico di Serbia, e in quello concluso dopo la guerra con le
Repubbliche della Polonia e della Lituania dall'attuale Pontefice, in
data 10 febbraio 1925 e 27 settembre 1927. Questa piccola esibizione
di erudizione retrospettiva plachi, dunque, la coscienza di coloro
che hanno trovata strana, e oserei dire pericolosa,
quell'intestazione.
Le trattative sono durate trenta
mesi. Vi ha avuto grandissima parte l'avv. Pacelli, il quale ha
rivelato un animo di forte italiano e di fervente cattolico.
L'avvocato Pacelli, come lui stesso ha dichiarato, è stato
ricevuto non meno di 150 volte dal Sommo Pontefice; il Trattato è
stato redatto venti volte, prima di essere licenziato nella sua veste
definitiva.
Voi conoscete l'insieme degli
atti. Si tratta di un accordo politico, di una convenzione
finanziaria e di un Concordato. Mi occuperò di ognuno di
questi protocolli. Il più importante evidentemente è il
Trattato. Con esso si sana la Questione Romana, anzi come è
detto testualmente, si risolve e si elimina irrevocabilmente; essa è
finita, sepolta, non se ne parlerà più e si crea la
Città del Vaticano. Contropartita di questa creazione è
da parte del Sommo Pontefice il riconoscimento esplicito e solenne
del Regno d'Italia, sotto la Monarchia di Casa Savoia, con Roma
Capitale dello Stato italiano.
Avvertite, dunque: c'è la
Città del Vaticano, e poi c'è Roma. Dai tempi di
Augusto bisogna arrivare al 1870 per trovare ancora una volta Roma
capitale dell'Italia; ma dal 1870 al 1928 c'era ancora una riserva,
ancora un'ipoteca di natura morale. Questa ipoteca e questa riserva
da parte della più alta autorità religiosa del Mondo,
scompaiono oggi. Roma è soltanto del Regno d'Italia e degli
Italiani.
(segue...)
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