(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]
Io spero che voi avvertirete
l'enorme importanza di questo fatto. D'altra parte, a prescindere
dalla constatazione che sul Vaticano non vi fu mai compiuto atto di
sovranità italiana, nessuno, neanche il più fanatico
dell'integrità territoriale, potrà sentirsi diminuito
per i 44 ettari che formano la Città del Vaticano; quando,
poi, togliete la Piazza San Pietro e la Chiesa vastissima che
rimangono di uso promiscuo, la superficie di questa divina Città,
di questo Stato, si riduce ancora: è, in ordine di grandezza,
veramente irrilevante. La Repubblica di Andorra che ha 452 chilometri
quadrati di superficie e la Repubblica di S. Marino che ha 59
chilometri quadrati, al paragone sono Imperi. Naturalmente questa
Città del Vaticano è ancora uno Stato sui generis, per
il fatto che è circondata da tutti i lati da un altro Stato,
per il fatto che ha zone nel suo stesso territorio, di uso promiscuo
collo Stato confinante e per altre peculiarità che formeranno
la delizia dei commentatori tra qualche tempo.
Io prevedo un'altra
abbondantissima letteratura sull'avvenuta soluzione della Questione
Romana: ma, l'importante è questo: primo, che malgrado certe
riserve che avrete notato nelle lettere che ho letto, riserve
iniziali, la soluzione è italiana, e nessun'altra potenza vi
ha messo verbo. Di più, la Città del Vaticano, si
dichiara, e noi la dichiariamo perché il testo reca anche la
firma del Governo italiano, territorio neutrale ed inviolabile. È
evidente che noi saremo i necessari garanti di questa neutralità
e di questa inviolabilità, in quanto che, nella remota ipotesi
che qualcuno volesse ferirla, dovrebbe prima violare il nostro
territorio.
Del resto, noi avremo tutto
l'interesse, che il Pontefice possa esercitare quella che nel
Trattato è giustamente definita «la sua pastorale
missione» in perfetta indipendenza di sostanza e di forma, tra
la simpatia di tutto il popolo italiano. Finalmente, vi è
un'altra condizione nel Trattato, sulla quale richiamo la vostra
attenzione, ed è questa: che la Città del Vaticano si
dichiara fin da questo momento, e noi vi abbiamo apposto la nostra
firma, estranea a tutte le competizioni di ordine temporale che
potessero sorgere tra gli Stati, e a tutti i congressi indetti per
tale scopo, quindi non solo per i congressi straordinari, ma anche
per i congressi ordinari quale è la Società delle
Nazioni.
(segue...)
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