(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]

      Questo carattere sacro di Roma noi lo rispettiamo. Ma è ridicolo pensare, come fu detto, che si dovessero chiudere le Sinagoghe! Gli ebrei sono a Roma dai tempi dei Re, forse fornirono gli abiti dopo il ratto delle Sabine: erano 50.000 ai tempi di Augusto e chiesero di piangere sulla salma di Giulio Cesare. Rimarranno indisturbati, come rimarranno indisturbati coloro che credono in un'altra religione.
      Né bisogna pensare che Roma diventerà una città tetra, dove non ci si potrà più onestamente divertire. Intanto vi dichiaro che non mi dispiace che Roma abbia un suo carattere di gravità. Era quello che si rimproverava a Cromwell quando il puritanismo lottava contro il realismo. Si rimproveravano i puritani di avere un atteggiamento grave. Lo avevano perché difendevano la vita dell'Inghilterra, perché ne difendevano il carattere, ne preparavano l'avvenire, sia pure attraverso terribili guerre civili, nelle quali perivano Re e Ministri.
      Città seria, ma che saprà divertirsi. Del resto, durante il dominio dei Papi ci si divertiva benissimo a Roma. Sisto V, il terribile Sisto V, quello che fece impiccare un parricida, tale Borghi, quarant'anni dopo che aveva commesso il delitto, aveva dato a Roma una vita di carnevale brillantissima. Però faceva frustare sacrosantamente a sangue gli uomini che si vestivano da donna.
      Si è detto: in questo Concordato voi fate, dal punto di vista degli obblighi militari, delle concessioni di privilegio agli ecclesiastici. Ebbene, queste concessioni figurano anche in tutti i Concordati precedenti dai quali io, rappresentante di una Nazione prevalentemente, anzi totalmente cattolica, non potevo prescindere. L'articolo 5° del Concordato polacco è quasi letteralmente simile all'articolo 3° del Concordato italiano. Ma l'articolo 5° del Concordato lituano va molto più in là: «Gli ecclesiastici che hanno ricevuto gli Ordini, i religiosi che hanno pronunciato i loro voti, gli allievi dei seminari e i novizi dei noviziati, se perseverano nel loro stato ecclesiastico e religioso, saranno esonerati dal servizio militare anche nel caso di guerra o di mobilitazione generale», il che non avviene in Italia, salvo che per i parroci, come del resto, è stato anche nell'ultima guerra.

(segue...)