(segue) Relazione alla Camera sugli accordi del Laterano
(14 maggio 1929)
[Inizio scritto]

      Si è notato che taluni elementi cattolici, specialmente fra quelli che non hanno tagliato tutti i ponti con le ideologie del partito popolare, stavano intentando dei processi al Risorgimento. Si leggevano appelli di questo genere: «moltiplichiamo le file, stringiamo i ranghi, serriamo le schiere, ecc., ecc.», naturalmente, di fronte a questo frasario, si è tratti a domandarsi: ma che cosa succede? È curioso che in tre mesi io ho sequestrato più giornali cattolici che nei sette anni precedenti! Era questo forse l'unico modo per ricondurli nell'intonazione giusta!
      Signori!
      Non mi piacciono gli individui che hanno l'aria di sfondare energicamente delle porte che sono già state energicamente sfondate! Così taluni elementi avevano l'aria preoccupata, tragica, come per difendersi da pericoli che non esistono. Ragione per cui è opportuno, anche in questa sede, di far sapere che il Regime è vigilante, e che nulla gli sfugge. Nessuno creda che l'ultimo fogliucolo che esca dall'ultima parrocchia non sia conosciuto da Mussolini. Non permetteremo resurrezioni di partiti o di organizzazioni che abbiamo per sempre distrutti.
      Ognuno si ricordi che il Regime fascista, quando impegna una battaglia, la conduce a fondo e lascia dietro di sé il deserto. Né si pensi di negare il carattere morale dello Stato fascista, perché io mi vergognerei di parlare da questa tribuna se non sentissi di rappresentare la forza morale e spirituale dello Stato. Che cosa sarebbe lo Stato se non avesse un suo spirito, una sua morale, che è quella che dà la forza alle sue leggi, e per la quale esso riesce a farsi ubbidire dai cittadini? Che cosa sarebbe lo Stato? Una cosa miserevole, davanti alla quale i cittadini avrebbero il diritto della rivolta o del disprezzo. Lo Stato fascista rivendica in pieno il suo carattere di eticità: è cattolico, ma è fascista, anzi soprattutto esclusivamente, essenzialmente fascista. Il Cattolicismo lo integra, e noi lo dichiariamo apertamente, ma nessuno pensi, sotto la specie filosofica o metafisica, di cambiarci le carte in tavola.

(segue...)