(segue) Al gran rapporto del Fascismo
(14 settembre 1929)
[Inizio scritto]

      Andamento della bonifica integrale: il piano di questa bonifica è gigantesco. Si tratta di un milione e seicento mila ettari di terreno, per un importo di oltre due miliardi e trecento milioni di lire. Dalla Valle del Po, con le bonifiche di Cremona, Parmigiana-Moglia, Burana, Bassano, Friuli, Ferrara e Ravenna, al Consorzio di Piscinara, prima gloriosa tappa nella marcia di redenzione delle paludi Pontine, da Coltano in terra di Toscana a Siguri in Calabria, alla Stornara Jonica, da Lentini in Sicilia a Torralba in Sardegna, dovunque si compie uno sforzo, che può inorgoglire un popolo e creare un titolo imperituro di gloria per il Regime fascista. È la terra riscattata e, con la terra, gli uomini, con gli uomini la razza.
      Ma queste grandi opere, che danno quotidiano lavoro oggi a diecine di migliaia di operai, che lo daranno domani a centinaia di migliaia di contadini, sono accompagnate dalla esecuzione di altre opere, non meno necessarie; quelle di irrigazioni, per le quali sono in corso lavori per l'importo di 374 milioni: bacini montani, canali derivatori da fiumi e da laghi, sfruttamento di acque sotterranee. Anche in questo campo si procede innanzi e due provincie, quella di Piacenza e quella di Alessandria, meritano di essere messe all'ordine del giorno, perché sono risolutamente all'avanguardia in fatto d'impianti.
      I fatti, che nessuno può smentire e se qualcuno vi fosse, io lo munirei di un gratuito biglietto circolare, perché si convincesse della loro verità, bastano a gelare il sorrisetto ebete, che in questi ultimi tempi i residui dell'antifascismo straniero avevano sulle labbra. Come se la bonifica si facesse nel volgere di una giornata, come se la bonifica non richiedesse lunga preparazione, molto denaro, moltissimi strumenti e uomini e qualche volta il sacrificio della vita.
      Disoccupazione: voi avete seguito la curva di questo fenomeno: da 489.000 disoccupati e sussidiati, nel febbraio dell'anno corrente, siamo discesi a un minimo di 193.000 alla fine di giugno, per risalire a 201.000 alla fine di luglio, 34.000 in meno che nel corrispondente mese del 1928. Andiamo, quindi, verso il periodo della ineluttabile disoccupazione stagionale.

(segue...)