(segue) Al gran rapporto del Fascismo
(14 settembre 1929)
[Inizio scritto]
Come siamo lontani dal primo
Ministero di coalizione e come si appalesa potente questa nostra
Rivoluzione che, al contrario di molte altre, più procede e
più si colora del suo ideale! Nel Governo sono presenti —
come ministri — tre dei quadrumviri della Marcia su Roma.
Si diceva che i sottosegretari
erano destinati a rimanere tali per tutta la vita. Ed ecco che ben
nove di essi salgono, dopo l'indispensabile periodo di tirocinio, al
primo posto nella responsabilità del Governo. Io non dimentico
coloro che se ne vanno, — quando è l'ora —, senza
darsi l'aria di sbattere la porta.
Valendomi dell'art. 4 della Legge
sul Primo Ministro, ho trasformato il Ministero dell'Istruzione
Pubblica in Ministero dell'Educazione Nazionale. Con questa
decisione, che sembra puramente nominale, ho inteso invece
riaffermare, nella forma più esplicita, un principio: e cioè
che lo Stato ha non solo diritto, ma dovere di educare il popolo, e
non soltanto quello d'istruirlo, per la qual cosa potrebbe bastare,
alla fine, anche un appalto a un'impresa privata. È quindi di
stretto rigore logico che l'Opera Nazionale Balilla passi al
Ministero dell'Educazione Nazionale, tanto più che l'O. N. B.
ha assunto il compito dell'educazione fisica in tutte le scuole e
sia, a tale scopo, egregiamente preparandosi. Deve quindi entrare a
far parte del Ministero dell'Educazione Nazionale.
Un altro Ministero che cambia non
solo nome, ma contenuto, è quello della Economia Nazionale.
Sta di fatto che questo Ministero è andato, in questi ultimi
tempi, riducendosi a sempre più modeste proporzioni. Toltigli
la statistica, il commercio estero e la direzione generale del
lavoro, della previdenza e del credito, che sta più
convenientemente domiciliata al Ministero delle Corporazioni, il
nucleo essenziale del Ministero dell'Economia si riduce
all'agricoltura. Diamogli, dunque, questo nome, anche a confermare
l'indirizzo fondamentale della nostra politica economica, mentre al
Ministero delle Corporazioni, rinforzato, passano nuove funzioni. La
Agricoltura ha ancora bisogno di un organo propulsore centrale, cioè
di un Ministero. L'Industria no: i suoi interessi stanno tra le
corporazioni da un lato e le finanze dall'altro. Solo un'agricoltura
sviluppata e ricca darà un progrediente mercato interno
all'industria nazionale. È naturale che tutti i servizi
afferenti alla legge Mussolini, siano concentrati nel Ministero
dell'Agricoltura, con apposito sottosegretario. Ciò mi fu
espressamente domandato da S. E. De' Stefani con una lettera in data
19 aprile anno corrente nella quale era testualmente detto che
«l'applicazione della legge sulla bonifica integrale deve
dipendere da un unico organo governativo in modo possibilmente
totalitario e ciò per la dovuta unificazione dei servizi e la
rapidità delle decisioni, unificazione che si ritiene più
che mai necessaria data l'imponenza e le difficoltà del
problema dalla cui soluzione dipende il successo della politica
economica e demografica del Regime».
(segue...)
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