(segue) Ai veliti del grano
(8 dicembre 1929)
[Inizio scritto]
La parola d'ordine per il quarto
anno della battaglia era: diligente preparazione del terreno, sementi
elette, semina a riga dovunque possibile, concimazioni naturali e
chimiche e tempestive. Dissi l'anno scorso: «Un altro quintale
di più di media per ettaro e saremo alla vigilia della
vittoria. Un altro quintale ancora e avremo raggiunto ciò che
sembrava fino a ieri un sogno e un prodigio: la terra italiana che dà
il pane per tutti gli Italiani!»
Vi diedi l'anno scorso
appuntamento per l'anno prossimo, a conclusione del quarto anno della
battaglia. Eccomi qui. Con 71 milioni di quintali raggiunti
quest'anno: precisamente 70.943.700, secondo il «Bollettino
mensile dì statistica agraria e forestale», uscito in
data 30 novembre, e in condizioni climateriche mediocri. Possiamo
gridare vittoria? No. Non ancora. Il raccolto di quest'anno lo
chiameremo semplicemente un successo. Non basta, o camerati,
conquistare una posizione, bisogna rimanervi. Anzi bisogna partire di
lì, per ulteriori avanzate.
Si può pensare che con un
andamento più favorevole della stagione, si sarebbero toccati
i 75 milioni di quintali. Intanto si può constatare che, nel
suo complesso, l'annata agricola è stata soddisfacente. È
la prima favorevole dopo le annate grigie e siccitose del 1927 e del
1928. La superficie coltivata a grano è aumentata? No. Non ha
superato i quattro milioni e 800.000 ettari. È quello che si
voleva e si vuole. È aumentato invece il rendimento unitario:
siamo ai 14 quintali per ettaro.
Come hanno marciato le regioni?
Non tutte con lo stesso ritmo. L'Umbria, la Liguria e la Venezia
Giulia hanno avuto un raccolto inferiore a quello del 1928. Il Lazio,
l'Emilia, la Toscana e la Sardegna hanno avuto un aumento inferiore a
un quintale per ettaro. Il massimo dell'aumento in cifre assolute
spetta alla Sicilia, che dai 6.726.500 quintali del 1928 è
salita ai 10 milioni e mezzo del 1929; alla Puglia, che dai 4,728.000
è salita a quasi 6 milioni; alla Calabria, che da 2.086.000 è
salita a 3.256.000; alla Basilicata, che da 1.728.500 è salita
a 2.704.800. Se le regioni dell'Italia Centrale che non hanno
marciato si riprenderanno, le previsioni per il raccolto del 1930
possono essere discrete.
(segue...)
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