(segue) Ai veliti del grano
(8 dicembre 1929)
[Inizio scritto]
Camerati agricoltori!
La possibile eliminazione dal
deficit della nostra bilancia commerciale dei quattro miliardi circa
di prodotti agricoli è possibile, e sarebbe di un'efficacia
immensa per lo sviluppo dell'economia italiana. Il successo
rappresentato dal raccolto 1929 aumenta, non diminuisce le nostre
responsabilità, non ci deve illudere ma ci deve far
riflettere. Lo sforzo che abbiamo sostenuto sin qui è grande,
ma non basta. Dico: abbiamo. Ma in realtà sono gli agricoltori
di tutta Italia che lo hanno compiuto. E con loro vanno ricordati i
membri del Comitato permanente del grano, che mi hanno dato in ogni
momento una collaborazione di prim'ordine, la falange dei tecnici
agricoli, i direttori delle Cattedre ambulanti di agricoltura, le
grandi organizzazioni sindacali, gli esperimentatori, i giornali
quotidiani e settimanali, i maestri delle scuole elementari, i
parroci delle campagne.
Oggi vi distribuirò pochi
premi: sono i migliori fra i migliori, ma fra qualche settimana, e
precisamente il 22 dicembre, nelle singole provincie i premiati
saranno una moltitudine. Questi premi, mi piace di continuare la
similitudine militare, equivalgono alle medaglie sul campo. Agli atti
di valore qui corrispondono le cifre, talvolta spettacolose, delle
produzioni raggiunte. Tutte le regioni sono rappresentate. Ciò
significa che tutta l'Italia rurale partecipa al movimento.
L'esercito è
immenso, ordinato, disciplinato, fedele. I quadri non mancano e sono
all'altezza della situazione. Perché siano sempre efficienti è
necessario che la borghesia, anche quella urbana, cominci ad avere il
sano orgoglio di mandare i suoi figli alle scuole agrarie. Il 1930, o
camerati agricoltori, sarà l'anno di Virgilio, il poeta
dell'Impero e dei campi. Noi lo celebreremo fascisticamente, al
lavoro e col lavoro, facendo compiere un altro balzo innanzi a tutta
l'agricoltura italiana.
(segue...)
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