(segue) Ai Podestà
(30 gennaio 1930)
[Inizio scritto]
Gli amministratori, aiutati dal
Governo, troveranno modo di risolvere il problema, che è
legato a quello dei tributi locali. Qui bisogna mettersi d'accordo
tra Governo e Comune, perché la fonte dei contributi è
identica ed è inutile giuocare a scaricabarile. I tributi
locali sono studiati da una commissione, la quale, come tutte le
commissioni di questo mondo, procede molto lentamente. Ad un certo
momento penserò a svegliarla. Quando, nel luglio dell'anno
scorso, il Governo alleggerì la pressione tributaria di 550
milioni, non pretendeva la gratitudine dei contribuenti, perché
non ci sarà mai. Anche i Comuni avrebbero dovuto ridurre la
loro pressione fiscale dal 5 al 10%.
Siamo al punto centrale del mio
discorso: per ridurre questa pressione tributaria che cosa occorre
fare? Occorre, per un periodo di tempo limitarsi alla normale
amministrazione. Questo non è affatto disonorevole né
umiliante, perché in questi sette anni noi abbiamo ricuperato
ampiamente il tempo perduto dal '14 al '19, cioè durante la
guerra, in cui non si è fatto nulla, e dal '19 al '22 in cui
si è fatto ben poco o nulla.
Dal '22 al '30 abbiamo lavorato in
proporzione gigantesca. Ora, anche quel gigante dai garetti di
acciaio che è l'Italia fascista può tranquillamente
prendersi un po' di sosta, o meglio, attenuare il suo ritmo di marcia
per poi riprenderlo più celeremente fra qualche tempo. Tutte
le opere che non sono strettamente necessarie, quelle opere di
abbellimento che non rappresentano delle necessità urgenti,
devono essere prorogate.
Diamo un periodo di sosta e di
tranquillità al contribuente italiano che poi è il
vostro contribuente ed anche il contribuente del Governo, anche
perché, e qui vengo a considerazioni di ordine generale,
occorre che gli enti locali aiutino il processo di assestamento della
economia italiana. Questo processo di assestamento è in corso,
ed è supremamente ridicolo credere che quando tutta l'Europa e
tutto il mondo sono in crisi, l'Italia sia il felice paese di
Bengodi.
(segue...)
|