(segue) Ai Podestà
(30 gennaio 1930)
[Inizio scritto]

      Vi sono degli elementi positivi e negativi in questo processo di assestamento dell'economia italiana. Gli elementi positivi superano i negativi. Sono elementi positivi il miglioramento della bilancia dei pagamenti, l'aumentato traffico portuario e ferroviario, la maggiore occupazione operaia, il maggior consumo dell'energia elettrica. Elementi negativi sono: l'aumento dei dissesti, dei fallimenti e dei protesti cambiari. I protesti cambiari sono aumentati notevolmente nel 1929, bisogna riconoscerlo; questo è indice di una situazione delicata. Ma nel dopoguerra molti, troppi si sono improvvisati uomini d'affari; tutti credevano che in pochi mesi, con fortunate operazioni di compravendita di titoli, mobili, terreni, quadri, si potesse arrivare alla ricchezza. Si è dimenticato che la ricchezza è la risultante di una lenta fatica di uomini e qualche volta di intere generazioni.
      La stabilizzazione ha disincantato tutti questi signori. Ora non è più possibile giungere con questo sistema speculativo e sbrigativo alla ricchezza. Bisogna seriamente, duramente lavorare, e allora tutti coloro che non avevano polmoni sufficientemente robusti, tutti coloro che si erano improvvisati banchieri senza conoscere la banca (pensate che la banca è una cosa difficilissima e che si diventa banchieri attraverso il processo selettivo di intere generazioni), tutti coloro che si erano improvvisati industriali senza sapere nulla d'industria e che credevano che fosse possibile continuare a fabbricare proiettili e cannoni a milioni per anni innumerevoli, tutti coloro che avevano aperto delle bottegucce e credevano di arrivare al milione vendendo della paccottiglia improvvisata, si sono fracassate le ossa.
      D'altra parte il Governo fascista non assiste tranquillamente, con le braccia incrociate, a questo processo di assestamento, ma interviene tutte le volte che si tratta di salvare un organismo che ha ancora in sé ragioni di vita, pur rifiutandosi energicamente di dare ossigeno ai morti. Quando, come si dice nel gergo borsistico, uno è decotto, bisogna cuocerlo del tutto, ma tutte le volte che un organismo ha ancora in sé qualche ragione di vita, il Governo lo appoggia. Se imprese di navigazione, bancarie, industriali, agricole hanno superato il punto morto, lo devono al Governo. Per attivare l'industria meccanica abbiamo dato 350 milioni di commesse per materiale mobile ferroviario; non meno di 400 milioni sono stati dati alla Marina da guerra: circa 200 milioni di ordinazioni per i nostri cantieri sono venuti dall'estero. Sono di ieri le richieste della C.I.N., che vuol dire Cantieri Italiani Navali, che stiamo esaminando con tutta benevolenza.

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