(segue) I discorsi di Livorno, Lucca e Firenze
(11, 12, 17 maggio 1930)
[Inizio scritto]
Di quando in quando escono dai
cimiteri della storia delle pallide larve: noi le guardiamo con un
sentimento composto di pietà e di disprezzo. Quanto ai nostri
nemici di oltre frontiera, italiani di razza, bisogna distinguere fra
i capi e le masse. I primi sono delle spregevoli crete, che ci hanno
servito e ci serviranno; quanto agli altri, siamo perfettamente
convinti di riconciliarli un giorno colla realtà
indistruttibile del Littorio. Ma vi sono altri nemici. Prima di
tutto, l'ignoranza famosa nella quale versano tutti coloro di oltre
frontiera, che vogliono giudicare il Fascismo: credono che siamo
ancora un piccolo popolo e non si avvedono che marciamo verso i 43
milioni di anime. Credono che il nostro movimento sia reazione,
mentre è rivoluzione: credono si tratti di una tirannia,
mentre è tutto un popolo che governa se stesso; credono che
noi non siamo capaci di sacrifici anche più grandi di quelli
che abbiamo sostenuti per arrivare a Vittorio Veneto.
Niente di più ingiurioso
per la fierezza del popolo italiano del sospetto lanciato che il
nostro recente programma navale sia cosa che non sarà
realizzata.
Riaffermo, qui, che quel programma
sarà realizzato, tonnellata per tonnellata; che le 29 unità
del nuovo programma scenderanno in mare, poiché la volontà
del Fascismo non è soltanto ferrea e decisa, ma è
matematica, poiché la nostra volontà, più che
allontanata, è sedotta dagli ostacoli, perché io sono
sicuro che il popolo italiano, pur di non rimanere prigioniero nel
mare che fu di Roma, sarebbe capace di sacrifici anche eccezionali.
Si è domandato: che cosa
intendete per temperatura del popolo italiano? Rispondo: Vi sono,
oltre le frontiere, sette, gruppi partiti, uomini, che, essendo ormai
organizzati in una cooperativa di sfruttamento degli immortali
principi, cioè della più grande, immane e raffinata
truffa che oggi si compia ai danni del popolo, credono di isolare
l'Italia fascista e, quantunque democratici, quantunque pacifondai,
non sarebbero alieni, magari per interposta persona, di scatenare una
guerra contro il popolo italiano, colpevole di identificarsi col
Regime del Littorio.
(segue...)
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