(segue) Lezioni della realtà
(12 maggio 1932)
[Inizio scritto]
L'esperienza inglese, americana,
giapponese che noi abbiamo vissuta, che noi abbiamo potuto seguire
ansiosamente giorno per giorno, non ha dunque in se stessa una
tragica formidabile eloquenza accessibile a tutti?
Sì. La crisi del mondo non
si guarisce annegandolo nella carta torchiata. Sarebbe troppo facile!
Non si guarisce con gli stupefacenti; si guarisce con misure radicali
che devono cominciare dal terreno politico, poiché la politica
ha dominato e sempre dominerà l'economia; poiché solo
sul terreno politico, sgomberando le nubi che salgono lente e
minacciose agli orizzonti del mondo, gli uomini ricominceranno a
credere in se stessi, nella loro vita, nel loro destino — che
per tre quarti almeno — è creato dalla loro abulia o
dalla loro volontà.
L'Italia fascista ha parlato, ha
agito ed attende che gli altri ascoltino ed agiscano.
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