(segue) La dottrina del Fascismo: I. Idee fondamentali - II. Dottrina politica e sociale
(giugno 1932)
[Inizio scritto]
5. — Una siffatta concezione
della vita porta il fascismo a essere la negazione recisa di quella
dottrina che costituì la base del socialismo cosiddetto
scientifico o marxiano: la dottrina del materialismo storico, secondo
il quale la storia delle civiltà umane si spiegherebbe
soltanto con la lotta d'interessi fra i diversi gruppi sociali e col
cambiamento dei mezzi e strumenti di produzione. Che le vicende
dell'economia — scoperte di materie prime, nuovi metodi di
lavoro, invenzioni scientifiche — abbiano una loro importanza,
nessuno nega, ma che esse bastino a spiegare la storia umana
escludendone tutti gli altri fattori, è assurdo: il fascismo
crede ancora e sempre nella santità e nell'eroismo, cioè
in atti nei quali nessun motivo economico — lontano o vicino —
agisce. Negato il materialismo storico, per cui gli uomini non
sarebbero che comparse della storia, che appaiono e scompaiono alla
superficie dei flutti, mentre nel profondo si agitano e lavorano le
vere forze direttrici, è negata anche la lotta di classe,
immutabile e irreparabile, che di questa concezione economicistica
della storia è la naturale figliazione, e soprattutto è
negato che la lotta di classe sia l'agente preponderante delle
trasformazioni Sociali. Colpito il socialismo in questi due capisaldi
della sua dottrina, di esso non resta allora che l'aspirazione
sentimentale — antica come l'umanità — a una
convivenza Sociale nella quale siano alleviate le sofferenze e i
dolori della più umile gente. Ma qui il fascismo respinge il
concetto di «felicità» economica, che si
realizzerebbe socialisticamente e quasi automaticamente a un dato
momento dell'evoluzione dell'economia, con l'assicurare a tutti il
massimo di benessere. Il fascismo nega il concetto materialistico di
«felicità» come possibile e lo abbandona agli
economisti della prima metà del '700; nega cioè
l'equazione benessere=felicità, che convertirebbe gli uomini
in animali di una cosa sola pensosi: quella di essere pasciuti e
ingrassati, ridotti, quindi, alla pura e semplice vita vegetativa.
(segue...)
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