(segue) La dottrina del Fascismo: I. Idee fondamentali - II. Dottrina politica e sociale
(giugno 1932)
[Inizio scritto]
9. — Le negazioni fasciste
del socialismo, della democrazia, del liberalismo, non devono
tuttavia far credere che il fascismo voglia respingere il mondo a
quello che esso era prima di quel 1789, che viene indicato come
l'anno di apertura del secolo demo-liberale. Non si torna indietro.
La dottrina fascista non ha eletto a suo profeta De Maistre.
L'assolutismo monarchico fu, e così pure ogni ecclesiolatria.
Così «furono» i privilegi feudali e la divisione
in caste impenetrabili e non comunicabili fra di loro. Il concetto di
autorità fascista non ha niente a che vedere con lo stato di
polizia. Un partito che governa totalitariamente una nazione, è
un fatto nuovo nella storia. Non sono possibili riferimenti e
confronti. Il fascismo dalle macerie delle dottrine liberali,
socialistiche, democratiche, trae quegli elementi che hanno ancora un
valore di vita. Mantiene quelli che si potrebbero dire i fatti
acquisiti della storia, respinge tutto il resto, cioè il
concetto di una dottrina buona per tutti i tempi e per tutti i
popoli. Ammesso che il sec. XIX sia stato il secolo del socialismo,
del liberalismo, della democrazia, non è detto che anche il
sec. XX debba essere il secolo del socialismo, del liberalismo, della
democrazia. Le dottrine politiche passano, i popoli restano. Si può
pensare che questo sia il secolo dell'autorità, un secolo di
«destra», un secolo fascista; se il XIX fu il secolo
dell'individuo (liberalismo significa individualismo), si può
pensare che questo sia il secolo «collettivo» e quindi il
secolo dello Stato. Che una nuova dottrina possa utilizzare gli
elementi ancora vitali di altre dottrine è perfettamente
logico. Nessuna dottrina nacque tutta nuova, lucente, mai vista.
Nessuna dottrina può vantare una «originalità»
assoluta. Essa è legata, non fosse che storicamente, alle
altre dottrine che furono, alle altre dottrine che saranno. Così
il socialismo scientifico di Marx è legato al socialismo
utopistico dei Fourier, degli Owen, dei Saint-Simon; così il
liberalismo dell'800 si riattacca a tutto il movimento illuministico
del '700. Così le dottrine democratiche sono legate
all'Enciclopedia. Ogni dottrina tende a indirizzare l'attività
degli uomini verso un determinato obiettivo; ma l'attività
degli uomini reagisce sulla dottrina, la trasforma, l'adatta alle
nuove necessità o la supera. La dottrina, quindi, dev'essere
essa stessa non un'esercitazione di parole, ma un atto di vita. In
ciò le venature pragmatistiche del fascismo, la sua volontà
di potenza, il suo volere essere, la sua posizione di fronte al fatto
«violenza» e al suo valore.
(segue...)
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