(segue) La dottrina del Fascismo: I. Idee fondamentali - II. Dottrina politica e sociale
(giugno 1932)
[Inizio scritto]
Il fascismo ha oramai nel mondo
l'universalità di tutte le dottrine che, realizzandosi,
rappresentano un momento nella storia dello spirito umano.
Note alla prima parte
(1) «Ora, il fascismo
italiano, pena la morte o, peggio, il suicidio, deve darsi un «corpo
di dottrine». Non saranno, non devono essere delle camicie di
Nesso che ci vincolino per l'eternità — poiché il
domani è misterioso e impensato — ma devono costituire
una norma orientatrice della nostra quotidiana attività
politica e individuale.
«Io stesso, che le ho
dettate, sono il primo a riconoscere che le nostre modeste tavole
programmatiche — gli orientamenti teorici e pratici del
fascismo — devono essere rivedute, corrette, ampliate,
corroborate, perché qua e là hanno subito le ingiurie
del tempo. Credo che il nocciolo essenziale sia sempre nei suoi
postulati, che per due anni hanno servito come segnale di raccolta
per le schiere del fascismo italiano; ma, pur prendendo l'avvio da
quel nucleo primigenio, è tempo di procedere ad una ulteriore,
più ampia elaborazione dello stesso programma.
«A quest'opera di vita per
il fascismo dovrebbero con particolare fervore concorrere tutti i
fascisti d'Italia, specialmente in quelle zone dove, col patto o
senza, si è pervenuti ad una pacifica convivenza dei due
movimenti antagonistici.
«La parola è un po'
grossa; ma io vorrei che nei due mesi che ci (separano dall'Adunata
Nazionale si creasse la filosofia del fascismo italiano. Milano con
la sua prima scuola di propaganda e cultura, concorre a questo scopo.
«Non si tratta soltanto di
preparare gli elementi programmatici sui quali poggiare solidamente
la organizzazione di quel partito nel quale dovrà sfociare
ineluttabilmente il movimento fascista; si tratta anche di smentire
la stupida fola, secondo la quale nel fascismo ci sarebbero soltanto
dei violenti e non anche, com'è in realtà, degli
spiriti inquieti e meditativi.
(segue...)
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