(segue) La dottrina del Fascismo: I. Idee fondamentali - II. Dottrina politica e sociale
(giugno 1932)
[Inizio scritto]

      «Questo indirizzo nuovo dell'attività fascista non danneggia — ne sono certissimo — quel magnifico spirito e temperamento di bellicosità, caratteristica peculiare del fascismo. Attrezzare il cervello di dottrine e di solidi convincimenti non significa disarmare, ma irrobustire, rendere sempre più cosciente l'azione. I soldati che si battono con cognizione di causa sono sempre i migliori. Il fascismo può e deve prendere a divisa il binomio mazziniano: Pensiero e Azione». (Lettera a M. Bianchi, 27 agosto 1921, in occasione dell'apertura della Scuola di propaganda e cultura fascista in Milano; in Messaggi e proclami. Milano, Libr. d'Italia, 1929, p. 39).
      «Bisogna mettere in contatto i fascisti, far sì che la loro attività sia anche una attività di dottrina, una attività spirituale e di pensiero....
      «Ora se i nostri avversari fossero stati presenti alla nostra riunione, si sarebbero convinti che il fascismo non è soltanto azione, è anche pensiero». (Al Consiglio Nazionale del Partito fascista, 8 agosto 1924, nel vol. La nuova politica dell'Italia. IV edizione, Milano, Alpes, 1928, pagine 316-7; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. IV).
      (2) «Oggi io affermo che il fascismo in quanto idea, dottrina, realizzazione, è universale; italiano nei suoi particolari istituti, esso è universale nello spirito, né potrebbe essere altrimenti. Lo spirito è universale per la sua stessa natura. Si può quindi prevedere una Europa fascista, una Europa che inspiri le sue istituzioni alle dottrine e alla pratica del fascismo. Una Europa cioè che risolva, in senso fascista, il problema dello Stato moderno, dello Stato del XX secolo, ben diverso dagli Stati che esistevano prima del 1789 o che si formarono dopo. Il fascismo oggi risponde ad esigenze di carattere universale. Esso risolve infatti il triplice problema dei rapporti fra Stato e individuo, fra Stato e gruppi, fra gruppi e gruppi organizzati». (Messaggio per Vanno IX, ai Direttori federali convenuti a Palazzo Venezia, 27 ottobre 1930; in Discorsi del '30, Milano, Alpes, 1931, p. 211; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. VII, pag. 230).

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