(segue) La dottrina del Fascismo: I. Idee fondamentali - II. Dottrina politica e sociale
(giugno 1932)
[Inizio scritto]

      «Il fascismo ha restituito allo Stato la sua attività sovrana — rivendicandone, contro tutti i particolarismi di classe e di categoria l'assoluto valore etico; ha restituito al Governo dello Stato, ridotto a strumento esecutivo dell'assemblea elettiva, la sua dignità di rappresentante della personalità dello Stato e la pienezza della sua potestà di imperio; ha sottratto l'amministrazione alle pressioni di tutte le faziosità e di tutti gli interessi». (Al Consiglio di Stato, 22 dicembre 1928; ivi, p. 358; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. VI).
      (12) «Né si pensi di negare il carattere morale dello Stato fascista, perché io mi vergognerei di parlare da questa tribuna se non sentissi di rappresentare la forza morale e spirituale dello Stato. Che cosa sarebbe lo Stato se non avesse un suo spirito, una sua morale, che è quella che dà la forza alle sue leggi, e per la quale esso riesce a farsi ubbidire dai cittadini?
      «... .Lo Stato fascista rivendica in pieno il suo carattere di eticità: e cattolico, ma è fascista, anzi soprattutto, esclusivamente, essenzialmente fascista. Il Cattolicismo lo integra, e noi lo dichiariamo apertamente, ma nessuno pensi, sotto la specie filosofica e metafisica, di cambiarci le carte in tavola». (Disc, alla Camera dei Deputati, 13 maggio 1929; Gli accordi del Laterano. Roma, Libreria del Littorio, 1929, p. 106; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. VII, pag. 105).
      «....uno Stato che è conscio della sua missione e che rappresenta un popolo che cammina, uno Stato che trasforma questo popolo continuamente, anche nel suo aspetto fisico. A questo popolo lo Stato deve dire delle grandi parole, agitare delle grandi idee e dei grandi problemi, non fare soltanto dell'ordinaria amministrazione». (Ivi, p. 107; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. VII, pag. 105).

(segue...)